Oratorio e Politica. Cosa significano per noi animatori salesiani le prossime elezioni e perché ci devono interessare
Oratorio e Politica. Cosa significano per noi animatori salesiani le prossime elezioni e perché ci devono interessare

Oratorio e Politica. Cosa significano per noi animatori salesiani le prossime elezioni e perché ci devono interessare

Già sai cosa votare il 25 settembre? No?! Beh, certamente non troverai la risposta in questo articolo e certamente non la troverai in uno di quei quiz che si trovano sul web. Per questo non entreremo nel dettaglio della scelta né nel dibattito politico che sti sta svolgendo nel nostro paese, ma proveremo a rispondere ad un’altra domanda: cosa significano per noi animatori salesiani le prossime elezioni e perché ci devono interessare?

A risponderci è lo stesso don Bosco, che quando racconta dell’incontro con Bartolomeo Garelli e della nascita dell’oratorio scrive:

«Fu allora che io toccai con mano, che i giovanetti usciti dal luogo di punizione, se trovano una mano benevola, che di loro si prenda cura, li assista nei giorni festivi, studi di collocarli a lavorare presso di qualche onesto padrone, e andandoli qualche volta a visitare lungo la settimana, questi giovanetti si davano ad una vita onorata, dimenticavano il passato, divenivano buoni cristiani ed onesti cittadini»

Avremmo letto e ascoltato questo brano miliardi di volte, di quei buoni cristiani ed onesti cittadini probabilmente ne abbiamo fatto uno slogan da sbandierare altrettante volte ma che forse ancora non abbiamo iniziato a vivere pienamente. Già il Rettor Maggiore nel 2020 titola la strenna “Sia fatta la tua volontà” “Buoni cristiani e onesti cittadini”, forse converrebbe rivederla proprio in vista del 25 settembre.

Forse però bisognerebbe rivedere proprio tutto il nostro atteggiamento nei confronti della vita sociale e politica, in virtù dell’indissolubile binomio oratoriano e quindi in virtù del nostro essere cristiani. Confrontandoci seriamente e onestamente con la vocazione oratoriana all’essere animatori e alla nostra identità di cristiani non possiamo negare che forse da questo punto di vista facciamo ben poco. In quanti dei nostri ambienti educhiamo alla cittadinanza attiva, alla legalità, alla vita comune e sociale, alla vita politica?

È vero, già molte attività che promuoviamo hanno valenza politica in senso lato, cioè educare e contribuire alla formazione integrale dei ragazzi e dei giovani delle nostre case ha un impatto nelle relazioni sociali che vivranno. Educare alla solidarietà, all’attenzione agli ultimi, alla socialità, all’inclusione, all’accoglienza, al rispetto delle regole, al fare del bene, e le varie attività come l’assistenza scolastica, i gruppi formativi, le Caritas ecc… ha una forte valenza politica e sociale. In realtà già tutta la nostra vita possiede questa rilevanza, ogni nostra azione produce conseguenze nella vita sociale e nelle nostre comunità civili, in bene o in male. Riconoscere questa realtà e rendersi consapevoli della responsabilità che ne deriva è un passo importante da dover compiere. Ma non basta.

Al tempo stesso infatti, non possiamo continuare a limitarci a ciò che già facciamo, ad usare questa presa di coscienza come una giustificazione per non osare. Perché si, forse è giunto il momento di osare e di essere coraggiosi, i tempi che viviamo ce lo chiedono con urgenza. Cosa ci manca allora? Innanzitutto l’inserimento nelle realtà sociali e civili delle nostre diocesi, dei nostri quartieri e delle nostre città. Perché non pensare ad un delegato dell’oratorio per la cura di queste relazioni e per questo specifico settore?

Poi si tratta di educare e accompagnare alla vita politica in senso stretto. Cosa significa? Formazione sui temi, con competenza e professionalità e a partire dalla Dottrina Sociale della Chiesa (conosci il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa? C’è anche una versione giovanile DoCat – Cosa fare?) e approfondendo il Magistero Sociale della Chiesa, ciò che i papi hanno scritto a riguardo della politica e delle sue varie tematiche affini. Far conoscere e offrire modelli di riferimento (conosci ad esempio Giorgio La Pira, il sindaco santo? Oppure il salesianissimo Alberto Marvelli?). Non sono solo esempi di cosa fare e come farlo, bensì testimonianza di come attraverso la politica si può essere santi.

Si tratta quindi di essere promotori di iniziative e proposte, di attivare processi. Perché ad esempio non pensare ad un percorso di cittadinanza attiva da inserire nei percorsi dei gruppi formativi o una scuola di formazione politica, o anche perché non far conoscere e proporre percorsi formativi già avviati in altre realtà civili e religiose come ad esempio FormPol – formazione politica?

In tutto ciò è primario e fondamentale accompagnare nello scoprire la vocazione alla politica. Sono davvero tanti i motivi per i quali un oratoriano e un cristiano è chiamato ad impegnarsi. Qui semplicemente ricordiamo le parole di Pio XI

«E tale è il campo della politica, che riguarda gli interessi di tutte le società, e che sotto questo riguardo è il campo della più vasta carità, della carità politica, a cui si potrebbe dire null’altro, all’infuori della religione, essere superiore»

E inoltre:

«Tutti i cristiani sono obbligati ad impegnarsi politicamente. La politica è la forma più alta di carità, seconda sola alla carità religiosa verso Dio»

Ciascuno quindi è chiamato ad impegnarsi, con distinti livelli di partecipazione. Qualcuno magari rivestendo anche ruoli istituzionali, oratoriani, animatori, studenti delle nostre scuole, o che hanno frequentato in qualche modo le nostre case salesiane, ben formati e competenti, con una chiara e autentica identità cristiana nelle istituzioni del nostro Paese.

Concludiamo tornando alla domanda iniziale: cosa significano per noi animatori salesiani queste elezioni e perché ci devono interessare? Può essere davvero provvidenziale che queste elezioni si collocano proprio ad inizio anno pastorale perché possono diventare l’occasione per riscoprire la vocazione alla vita politica  e quindi avviare processi di accompagnamento e iniziative di formazione, affinché il binomio oratorio buoni cristiani e onesti cittadini non rimanga solo uno slogan ma possa davvero diventare realtà.