Gesù, compagno nel dolore. Una proposta di Via Crucis per giovani (dal sussidio QuaresimaViva MGS meridionale)
Gesù, compagno nel dolore. Una proposta di Via Crucis per giovani (dal sussidio QuaresimaViva MGS meridionale)

Gesù, compagno nel dolore. Una proposta di Via Crucis per giovani (dal sussidio QuaresimaViva MGS meridionale)

via crucis per giovani

Questa Via Crucis che vi proponiamo è stata pensata dai giovani salesiani dell’Ispettoria Meridionale per il sussidio degli Esercizi Quaresimali per i giovani. Il tema è “Gesù, compagno nella sofferenza”, ogni stazione (sei in tutto) è animata con gesti, riflessioni, video… Se può servire, dateci uno sguardo.

G.: Perché il male? Che senso ha la sofferenza? Come faccio a credere in un Dio che permette tanto dolore? La storia di ogni uomo, la mia e la tua storia, sono attraversate da una sottile linea, una crepa impercettibile: è la paura di soffrire, di cadere nella disperazione di chi vede lontana la felicità. Ci sentiamo deboli, limitati, feriti. E Dio dov’è?

L.1: Nella primavera dell’anno 30 dopo Cristo, in una città in declino, in una provincia orientale e periferica dell’Impero Romano viene arrestato Gesù, detto il Nazareno. Si dice abbia profanato il Tempio. Viene accusato di bestemmia, subisce un processo ingiusto, viene condannato a morte e in meno di ventiquattro ore viene ucciso. La sua setta si scioglie appena il capo viene catturato. Viene crocifisso nudo fuori dalla città, morirà di stenti e di asfissia ad appena trent’anni. Ecco Dio. Non schiaccia il male, lo attraversa.

E il Calvario non è l’ultima parola…

C.: Nel nome del Padre… Il celebrante introduce i giovani alla celebrazione.

G.: raccogliamoci in silenzio. Solo nel silenzio si trova il coraggio per entrare davvero nel mistero della sofferenza che la Croce porta con sé. Ognuno ha le sue cicatrici, le sue paure… oggi vogliamo scoprire che in ogni sofferenza Gesù ci è compagno di strada. Pregheremo anche per le tante persone che vivono nel dolore. Si fa una pausa in silenzio

Preghiamo insieme

Signore Gesù,

vogliamo rivivere con Te la tua Passione,

per comprendere che sei Tu

a condividere la passione di ogni uomo

ogni giorno.

 

Donaci il Tuo Spirito,

aprici il cuore.

Dal Calvario possiamo vedere con Te

l’umanità ferita, delusa,

sola, sofferente.

Vogliamo portare la Tua consolazione a chi soffre,

perché Tu soffri con Lui.

Vogliamo portare la tua speranza a chi dispera,

perché dopo il Calvario c’è l’alba della Pasqua.

Amen

 

Il gruppo fa un breve tratto a piedi (non c’è ancora la croce), in silenzio.

 

G.: Prima stazione

Gesù compagno nella solitudine e nella paura – Il Getsemani

 

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

 

C.: Dal Vangelo di Luca (Lc 22, 39-45) 39Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. 40Giunto sul luogo, disse loro: “Pregate, per non entrare in tentazione”. 41Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: 42“Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. 43Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. 44Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. 45Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza.

L.1: Non avranno pietà di me. Cosa ho fatto di male, Padre? Ho annunciato ciò che tu volevi, ho testimoniato il Tuo Regno di Misericordia e Pace e stanno venendo per arrestarmi con spade e lance. La mia vita sarà in mano a gente spietata, nessuno mi difenderà… i discepoli dormono, le folle che mi acclamavano sono lontane. Perché, Padre? Ho freddo, ho paura… del dolore, dell’agonia, … Mi hai chiesto di essere fino in fondo solidale con l’uomo, ma non credevo fino a questo abisso di follia e di supplizio ingiusto. Eppure… Tu sai, Padre. Mi fido di Te.

L.2: Gli psicofarmaci non bastano più, tutto è nero. Non c’è speranza, solo fallimento. La mia vita è stata un grande fallimento, sono solo un burattino deriso e compatito. La depressione è un male freddo, che ti si attorciglia allo stomaco e ti trascina giù, ti toglie l’aria. Ho paura. DI tutto. Ogni cosa diventa una minaccia… mia moglie, i miei figli, il mio cane, i miei ricordi, la gente per strada. Sono sbagliato.

G.: Chi dimentica che dopo la passione c’è la Pasqua, spesso crolla sotto il peso della disperazione. Gesù è riuscito a tenere solida la certezza che il Padre, nonostante l’assurdità del male che lo stava stringendo, lo avrebbe amato fino alla fine. Ma Gesù non è stato esente da paura e sconforto.

In un breve momento di silenzio scrivo la mia paura più grande, quella che, a volte, sembra togliermi la speranza.

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C.: Al centro del Padre Nostro c’è una frase potente: Sia fatta la Tua volontà. Preghiamo insieme la preghiera che ci ha insegnato Gesù ma, dopo aver pronunciato le parole “Sia fatta la tua volontà”, ci fermeremo in silenzio pochi secondi: in quel momento nel nostro cuore metteremo nelle mani del Padre la nostra paura più grande. Padre Nostro…

Ci si incammina verso un altro luogo dove sono state sistemate foto o frasi di categorie di oggi vittime del pregiudizio e dell’indifferenza, inoltre ci sia un tavolo centrale con una brocca con dell’acqua, un catino e dei fazzoletti.

Seconda stazione

Gesù, compagno di tutte le vittime del pregiudizio e dell’indifferenza – Condannato a morte

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

C.: Dal Vangelo di Matteo (Mt 27, 22-26) 22Chiese loro Pilato: “Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?”. Tutti risposero: “Sia crocifisso!”. 23Ed egli disse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora gridavano più forte: “Sia crocifisso!”. 24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: “Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!”. 25E tutto il popolo rispose: “Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”. 26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

L.1: Ho scelto il silenzio. Come gli agnelli quando vengono portati al macello. Non ho più niente da dire, Padre. È questa la giustizia umana? Per questo solo Tu sei giusto. Ho scelto il silenzio, perché le Parole che dovevo pronunciare per gli uomini erano altre… e le ho dette tutte. Ho scelto il silenzio perché lo sguardo di questa gente, così rabbiosa, così deformata dall’odio, lo confesso… mi paralizza. Hanno già deciso, non c’è altro da dire. Ho scelto il silenzio, perché nel mio silenzio si unisca l’urlo strozzato in gola di tanta gente che come me non ha potuto difendersi. La folla urla, ma il mio silenzio urla più di loro. Hanno bisogno di sangue, eccomi.

L.2: Il rumore dell’acqua nel catino di Ponzio Pilato… si espande da due millenni in ogni parte del mondo! Ogni volta che Irina, ucraina di 22 anni inizia a lavorare mezza nuda sulla Casilina, e la gente la schifa senza sapere che è stata presa in giro da sua zia “Vieni in Italia, ti troverò un lavoro”. Ogni volta che Goran bussa a un finestrino per lavare un vetro, a 13 anni, e se non porta 100 euro la sera il padre lo picchia con la cinghia. Ogni volta che Luana, bulimica, viene presa in giro quando si fa Educazione fisica a scuola. Ogni volta che Carlo deve dire che ha fatto tre anni di carcere e a nessuno importa che abbia già scontato la sua pena, non troverà comunque lavoro. Ogni volta che un uomo viene timbrato, etichettato, rimpicciolito a una parola, guardato con sopportazione, dispetto, odio, senza sapere la sua storia, senza accoglienza, senza pietà. E viene abbandonato nel suo silenzio.

In un momento di silenzio si invitano i ragazzi a scrivere sul proprio libretto un nome di una persona o di una categoria di persone che “timbrano” con troppa facilità, magari sentendosi “più giusti”. Poi, uno alla volta, passeranno vicino a un catino e una brocca dove “si laveranno le mani”.

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G.: Preghiamo insieme: Donaci un cuore libero per amare, Signore

L.3: Quando è più semplice fari finta di non vedere. Donaci…

Quando è più semplice esprimere un giudizio che comprendere. Donaci…

Quando ci sentiamo migliori di chi ci sta accanto. Donaci…

Quando passiamo accanto a chi è “diverso” da noi. Donaci…

Quando abbiamo paura di contrastare i mille tribunali che nascono su Internet, a scuola, per strada. Donaci…

 

Cantando, ci si sposta in un altro luogo, dove sarà stata posata per terra una croce coperta con della terra.

Terza stazione

Gesù, compagno di chi vive nella malattia e nel dolore – Riceve la Croce

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

C.: Dal Vangelo di Giovanni (Gv 19, 14b-17) Pilato disse ai Giudei: “Ecco il vostro re!”. 15Ma quelli gridarono: “Via! Via! Crocifiggilo!”. Disse loro Pilato: “Metterò in croce il vostro re?”. Risposero i capi dei sacerdoti: “Non abbiamo altro re che Cesare”. 16Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù 17ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota.

L.1: è questo il mio trono, quindi? È questo il mio destino? Sei fredda, sei ruvida, già nel trascinarti le schegge mi fanno male. Ti abbraccio, croce. Se è così che devo amare l’uomo, ti abbraccio. Non c’è un senso, non c’è logica… ma non fuggo. Non sono rassegnato, non sono mai stato tanto attaccato alla vita, ma ti abbraccio, croce. Inizio già a morire, abbracciandoti, ma non smetterò ad amare l’uomo, nemmeno trascinando la mia condanna a morte.

L.2: Hai mai visto una donna madre di figli lottare contro un tumore? Io sì, si chiamava Serena. Ha lottato come una leonessa. Amava follemente la sua vita, i suoi due piccoli. Occhi profondi, castani. Un sorriso semplice e pulito. Lasciò il lavoro al primo ciclo di chemio. Serena non indossava parrucche, quando le caddero capelli e sopracciglia “Non mi vergogno di questa croce, non mi sento sbagliata, non scandalizzo nessuno. Ho deciso di guardare in faccia il mio male, ho capito che la sofferenza impasta la vita, non si può scappare. Ma da questa croce non scappo, lotterò, perché da qui si ama meglio la vita. Lo devo ai miei figli, lo devo a me stessa”.

Si invita i ragazzi a “dissotterrare la croce”: ognuno tolga un po’ di terra. Poi il celebrante alza la croce e la tiene in piedi. Poi dice

C.: Ecco il legno della croce, scandalo in un mondo di apparenza e perfezionismo, follia per un mondo che corre verso il successo e l’efficienza.

Si canta il canto “Sono qui a lodarti”, intanto i ragazzi si passano di mano in mano la croce.

Sempre cantando si entra in un salone, dove sarà già acceso il proiettore e montato il pc, i ragazzi siedono, la croce viene stesa per terra al centro della sala.

Quarta stazione

Gesù, compagno di tutte le famiglie ferite – Incontra la Madre

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

G.: Facciamo un salto indietro, pochi giorni dopo la nascita di Gesù.

C.: Dal Vangelo di Luca (Lc 2,33-35) 33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”.

Video The Passion

https://www.youtube.com/watch?v=UmJXm3AjaSM

L.1: è stato così scorretto, quell’angelo! Quando ha annunciato a Maria la tua nascita non le ha detto del Calvario, non le ha detto che sarebbe morta dopo suo figlio, non le ha detto del dolore, della sofferenza, dell’angoscia! Lei ha detto “Eccomi” senza sapere tutto…

L.2: Anche i miei genitori quel giorno dissero “Sì” davanti all’altare, senza sapere come sarebbe andata a finire. Dopo dieci anni quel “Sì” era così lontano e impolverato che il divorzio fu quasi spontaneo, naturale, freddo, scontato… una pratica da sbrigare. Io e mio fratello più piccolo eravamo seduti nel soggiorno davanti alla tv mentre papà riempiva la valigia.

L.1: Cosa ha spinto Maria ad andare avanti? Madre vedova di un figlio messo a morte ingiustamente… Non so come spiegarlo, posso chiamarla fede, posso chiamarla amore alla vita, fedeltà a sé stessa… ma il sabato santo solo Maria, unica superstite della Famiglia di Nazareth, fra tutti i discepoli, continuava ad avere la certezza che Dio non avrebbe abbandonato Gesù. Maria era certa che Dio non avrebbe abbandonato la sua famiglia, pur così lacerata dal dolore!

  1. Preghiamo insieme: Maria, intercedi per le nostre famiglie

Per tutte le famiglie divise dall’incomprensione Maria, …

Per tutte le famiglie lontane per motivi di lavoro Maria, …

Per tutte le famiglie che hanno difficoltà economiche Maria, …

Per tutte le famiglie che vivono un momento di lutto Maria, …

Per tutte le famiglie che desiderano avere un figlio Maria, …

Ave Maria.

 

Quinta stazione

Gesù, compagno di ogni mendicante di aiuto – Il Cireneo aiuta Gesù a portare la Croce

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

C.: Dal Vangelo di Luca (Lc 22, 26-27) 26Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.
27Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.

L.1: Una giornata nei campi a spezzarmi la schiena, sono distrutto, i miei figli mi aspettano a casa, mia moglie si preoccuperà… e devo obbedire a questi arroganti soldati romani – conquistatori della mia terra – per aiutare un Galileo con manie di grandezza. È giovane! Come mani non riesce a portare da solo un palo di legno? Mio Dio, ha la tunica intrisa di sangue, lo avranno torturato tutta la notte. Capisco, sarà distrutto. Aspetta, si è voltato a guardarmi… Che sguardo era? Non ho mai visto tanta vita nello sguardo di un condannato a morte.

L.2: C’è una società che schiaccia, che maciulla, che sgretola chi non sta al passo. Produci, consuma, produci. Compra, butta, ricompra. Stare al ritmo, stare al passo, seguire tendenze, mode, essere all’altezza. Non farsi fregare, fregare il prossimo, tirare a campare, stringere i denti, essere efficiente, essere tollerante, incassare, tacere, apparire. E invece servirebbe solo uno sguardo di riconoscenza e serenità, un po’ di onestà, un abbraccio.

Video “Sono un eroe” – Caparezza

G.: Preghiamo insieme

T.: Padre della misericordia, siamo figli nel tuo Figlio,

uomo mendicante di aiuto,

Padre della giustizia, siamo figli nel tuo Figlio,

uomo frustato da una società cieca,

Padre della vita, siamo figli nel tuo Figlio,

uomo piagato dalla violenza cieca,

Padre dei poveri, siamo figli nel tuo Figlio,

uomo schiacciato dall’odio.

 

Cristo Gesù, uomo vero, vero Dio,

rendici cirenei:

solidali con i crocifissi dei nostri giorni;

rendici cirenei:

solidali con gli oppressi;

rendici cirenei:

solidali con gli esclusi, gli scartati, i dimenticati.

Amen.

 

 

Sesta stazione

Gesù, compagno di tutte le vittime della violenza – Viene crocifisso

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

C.: Dal Vangelo di Luca (Lc 22, 32-37) 32Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori. 33Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. 34Gesù diceva: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. 35Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: “Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto”. 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”.

L.1: Ho amato questo corpo che mi hai donato Padre, l’ho amato da sempre, ma ho sempre saputo il rischio che portava con sé. Nella grotta di Betlemme la mia carne, delicata e tenera, fu adorata. Ora, uomo maturo, la mia carne diventa dolore puro. Sento il mio corpo sciogliersi letteralmente, perdo lucidità, non riesco più a vedere nulla, non c’è un punto che non mi procuri dolore. Le mani e i piedi hanno preso fuoco. Mi manca il respiro da quassù, non riesco a respirare.

Si dà ad ogni ragazzo un chiodo e un post-it

G.: In questo momento ciascuno di noi è invitato a scrivere su un post-it uno dei suoi principali motivi di dolore o sofferenza (suo personale o di qualcuno che conosce). Dopo aver scritto dovrà materialmente “inchiodare” il post-it sul legno della nostra croce (con il testo rivolto verso il legno, non leggibile da altri).

 

Musica strumentale di sottofondo. Quando tutti avranno finito:

G: per tutte le vittime della violenza preghiamo insieme: Padre nostro, …

 

Settima stazione

Gesù, compagno di ogni uomo lontano da Dio – Muore in croce

  1. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
  2. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

C.: Dal Vangelo di Marco (Mc 15, 33-37) 33Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 34Alle tre, Gesù gridò a gran voce: “ Eloì, Eloì, lemà sabactàni? “, che significa: “ Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? “. 35Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Ecco, chiama Elia!”. 36Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: “Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere”. 37Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

L.1: Aveva ragione quel filosofo… Dio è davvero morto! È morta l’idea di un Dio magico, di un Dio giudice, di un Dio fatto di marmo, onnipotente e immutabile! Dio è morto. È morta un’idea di Dio “a misura dei nostri desideri”: Gesù sulla croce diventa compagno anche di tutti quelli che non riescono a sentire Dio vicino a sé… la sua morte sembra il sigillo di un Dio sordo, lontano… ma la morte non è l’ultima parola.

L.2: Dopo che è morto mio padre ci penso spesso… La cosa che più mi spaventa della morte è il fatto che sia davvero irrevocabile, ti senti impotente, è una cosa enorme, che cancella una persona per sempre, non è più tua, non potrà mai tornare indietro, mai. E ti fa pensare che tutte le volte che ti sei sentito importante, potente, al centro del mondo, in realtà eri solo un illuso: ora davanti alla morte di qualcuno che amavi non sei più niente, tutto diventa relativo. E Dio diventa lontanissimo… Eppure, la morte non può essere l’ultima parola, altrimenti tutto sarebbe solo un grande, assurdo teatro. Mio padre è vivo, ne sono certa!

Video: Gandalf e Pipino.

G.: “E’ importante comprendere che la preghiera di Gesù non è il grido di chi va incontro con disperazione alla morte, e neppure è il grido di chi sa di essere abbandonato. Gesù in quel momento fa suo l’intero Salmo 22, il Salmo del popolo di Israele che soffre, e in questo modo prende su di Sé non solo la pena del suo popolo, ma anche quella di tutti gli uomini che soffrono per l’oppressione del male e, allo stesso tempo, porta tutto questo al cuore di Dio stesso nella certezza che il suo grido sarà esaudito nella Risurrezione: «il grido nell’estremo tormento è al contempo certezza della risposta divina, certezza della salvezza – non soltanto per Gesù stesso, ma per “molti” (Benedetto XVI, 2012), concludiamo la nostra Via Crucis pregando a cori alterni questo salmo. In piedi

«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? †
Tu sei lontano dalla mia salvezza»: *
sono le parole del mio lamento.

Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, *
grido di notte e non trovo riposo.

Come acqua sono versato, *
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera, *
si fonde in mezzo alle mie viscere.

È arido come un coccio il mio palato, †
la mia lingua si è incollata alla gola, *
su polvere di morte mi hai deposto.

Un branco di cani mi circonda, *
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi, *
posso contare tutte le mie ossa.

Essi mi guardano, mi osservano: †
si dividono le mie vesti, *
sul mio vestito gettano la sorte.

Ma tu, Signore, non stare lontano, *
mia forza, accorri in mio aiuto.
Scampami dalla spada, *
dalle unghie del cane la mia vita.

Lodate il Signore, voi che lo temete, †
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe, *
lo tema tutta la stirpe di Israele;

perché egli non ha disprezzato né sdegnato *
l’afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto, *
ma, al suo grido d’aiuto, lo ha esaudito.

Sei tu la mia lode nella grande assemblea, *
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.

I poveri mangeranno e saranno saziati, †
loderanno il Signore quanti lo cercano: *
«Viva il loro cuore per sempre».

Poiché il regno è del Signore, *
egli domina su tutte le nazioni.

A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra, *
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.

E io vivrò per lui, *
lo servirà la mia discendenza.

Si parlerà del Signore alla generazione che viene; *
annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno: *
«Ecco l’opera del Signore!».

C.: O Padre, che ci hai fatto percorrere con il Figlio Tuo la Via della Croce, in cui si è fatto solidale con ogni uomo sofferente e ha preso su di sé il dolore del mondo, donaci il Tuo Spirito di Fortezza, per essere testimoni della Tua Misericordia, che è per ogni uomo. Per Cristo…

Benedizione finale

Canto finale