Ancora co’ sto Natale? Ma chi ce la fa fare?!
Ancora co’ sto Natale? Ma chi ce la fa fare?!

Ancora co’ sto Natale? Ma chi ce la fa fare?!

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Negli ultimi due giorni ho fatto due cose che mi hanno strappato questa riflessione dalle mani:

1- sono stato un’ora in un centro commerciale, il weekend prima di Natale

2- ho visto questo (come sempre bellissimo) video dei The Jackal

e mi chiedo: “ma chi ce la fa fare?”… tutto sto macello, sto gran teatro annuale, tutta sta enorme macchina che mobilita l’economia per due mesi interi, che fa spostare milioni di persone, che cambia la faccia delle città, ma… perchè? per uno che non crede (o non vuole crederci), quale senso così profondo delle tradizioni lo spinge a prendere su di sè tutto questo stress per una festa che non vive davvero?

Ci riempiranno di “Buon Natale”…ma, divertiamoci, cerchiamo di capire cosa ci sarà dietro ad ogni “Buon Natale” che ascolteremo: [attenzione: cinismo poco natalizio e magari un po’ banale]

    • il “Buon Natale” delle pubblicità: “Spendi denaro, miserabile portafoglio con due gambe; ci serve denaro per far girare l’economia (non gli gira mai la testa a st’economia?”; ci serve denaro perchè ci serve. Tutti spendono, spendi pure tu, piccolo salvadanaio celebroleso!”

    • il “Buon Natale” di quelli con cui ti senti solo a Natale: “Devo farti gli auguri perchè sennò dirai che non ti ho fatto gli auguri; non so cosa ti stia augurando, so solo che devo dire ste due parole: Buon Natale, si usa così… se si usasse dire “Perestroika zebrata” direi “Perestroika zebrata”; ho celebrato una norma di comportamento civile. Non rompere!”
    • il “Buon Natale” dei politici, della tv, dei media: ” “Dicembre=Natale” Tu vuoi sentirti dire “Buon Natale”, noi ti diciamo “Buon Natale”! Votami, comprami, ascoltami: ti farò sentire voluto bene. Non pensare troppo però. Buon Natale.Buon Natale.Buon Natale.Buon Natale.Buon Natale.Buon Natale.Buon Natale.Buon Natale.Buon Natale.Buon Natale.(daje i neuroni si so’ zittiti)”

 

    • il “Buon Natale” dei tradizionalisti: “Ti prego aiutami a tenere vivo lo spirito natalizio! Ho bisogno di vivere come la pubblicità del Ciobar almeno una settimana all’anno. Siiii luci  intermittenti, neve finta, plastica ovunque, vapore quando parlo, alberi di natale, musichette ambigue, occhi a cuoricino. Dimmi buon Natale, poi mi devi abbracciare, dire “che bello, è Natale”, poi cioccolata calda, selfie col mercatino natalizio, renne… ci vogliono delle renne!!!”

  • il “Buon Natale” di parenti, amici, conoscenti: “Buon Natale. Tiè il regalo. Poi se magna. Non ho spicci per giocare a carte, vado un momento al tabaccaio qua sotto. Quest’anno a Sette e mezzo vi sfondo tutti”.

Ripeto… Perchè tutto questo?! Facciamo finta che sia un alieno (e mi sento spesso così)… arrivo in una città X di Italia, vedo tutto sto gran macello, fermo un passante e gli chiedo “Oh ma che si festeggia?”. “Si festeggia il Natale”. “Ok, ma che sarebbe sto Natale?” “Ma sai… la nascità di Gesù Bambino (classica risposta.. come se Gesù potesse essere partorito da adolescente!)”… “E da che lo si capisce, scusa?” “Eh sai, ci sta un bel clima in giro, ce se vo’ più bene, la gente je piace sta assieme” “Capisco….”

Ok, il solito pistolotto contro il Natale consumista.

Sì, lo è. Ma tu senti questa canzone con cui Eros Ramazzotti cerca di coprire il fallimento del suo ultimo album (si veste da barbone pure… bah!)

 

Fermi tutti. Voglio scendere! Nun ce la fo. Non mi va… scusate, sarò sociopatico, ma non mi scende proprio… Eros: di cosa stai parlando? Quale senso cerchi? Il senso del Natale è uno solo e tu non lo citi nemmeno di striscio! Che è sto Natale? La festa dell’Unicef? Tutta sta filantropia da dove ti viene? Il fatto è che abbiamo anestetizzato il Natale, lo abbiamo drogato con arte! E stiamo perdendo una cosa troppo importante!

Mi sono convinto di un fatto, sarò bigotto, ma ne sono sempre più certo: “Se al Natale (((e a tutta una vita))) tolgo Dio, diventa la festa dell’assurdo!”. Punto. Se, se, vabbè riempitela con la storia della festa della famiglia (ma quale famiglia?), della Pace (oggi? Pace? hihihihih), addirittura nazionalisti fasciocomunisti la vedono come festa dell’identità culturale del nostro popolo (legatemi, vi prego)… ma è tutta fuffa, storie che non stanno in piedi. Sta storia che “a Natale si può fare di più” è un’enorme luogo comune plastificatissimo!

 

Siamo riusciti a svuotare il Natale, a riempirlo di ovatta e canditi, lo abbiamo bastonato, gli abbiamo fatto un’operazione di chirurgia estetica lancinante… Da festa dell’Incarnazione a Festone della Carne… perchè è troppo scandaloso che una società così secolarizzata davvero debba lasciarsi dettare il calendario economico da una festa cristiana! Allora prendiamo la festa cristiana, la violentiamo, e la imbottiamo dei nostri luoghi comuni da Pacifica Società del Terzo Millennio.

E noi cristiani siamo i primi che stiamo al gioco, perchè ci imbarazziamo di questo Dio che si fa debole e perdente. 

Hai mai letto i primi due capitoli del Vangelo di Matteo? Li hai letti? Se li hai già letti rileggiteli. No del Vangelo di Luca, eh! Rileggi Matteo. Stragi di bambini, re avidi di potere, nella genealogia si nominano prostitute e figli di adulterio, minacce di lapidazione (Maria doveva fare quella fine lì), una nascita anonima (mezzo versetto appena), stranieri che fanno visite strane e regalano unguenti per cadaveri… Quando Dio entra in scena davvero, divide, scomodo, scandalizza, è rifiutato! Dove sta tutto sto pacifismo?


Ecco il mistero dell’Incarnazione: Dio decide che l’alleanza con l’uomo deve fare un salto di qualità; decide di umiliarsi fino a farsi carne, ad aver bisogno di una famiglia. Inizia una nuova era della storia: Dio non è vicino, è vicinissimo; è intimo, è uomo, è debole. Vuole che il Regno di Dio venga annunciato dal basso. Si innalzerà solo per salire su una Croce. Scende fin qui non per ricevere la festicciola con il tacchino che gli facciamo noi, scende e cammina fra noi per guardarci negli occhi e ricordarci chi siamo davvero: nel Natale Dio ci urla che non siamo merce, non siamo portafogli, non siamo automi-mangia-pandoro, siamo fatti a immagine di Dio, siamo Dio, siamo di Dio. Punto. Ecco il Natale. Dio si umilia per innalzare noi. Sì, un mistero del genere si merita un festone esagerato… il problema è che a noi è rimasto solo il festone esagerato, abbiamo cacciato il festeggiato… troppo scomodo, troppo “ecclesiastico”, troppo “moralistico”…

 

meglio Mariah Carey che si rotola nella neve (e vorrei vede’…). 

Quindi? Niente cenone e regali? Certo che ci deve stare il cenone e i regali! Le tradizioni sono belle e fondamentali … Ma se decidiamo di rispettare il senso di fondo… Siamo felici e festeggiamo perchè ricordiamo che Dio si è fatto uomo, decide di dare un’altra chance all’umanità, viene per salvarci, per testimoniarci che lui è fedele! Se per vivere questo ci sta farsi una mangiata di lasagne… ben venga 🙂 ma non fermiamoci alle lasagne, ricordiamoci della sostanza.

Illuso? Sì, lo so… Esagerato? volutamente… Ma giusto per fare da contraltare!

Io ci credo ancora nei “Buon Natale” che significhino: “Ti auguro di vivere nella tua vita la bellezza di un Dio vicino!”… ci vuole tanto?