Bartolomeo Garelli a Palermo?
Bartolomeo Garelli a Palermo?

Bartolomeo Garelli a Palermo?

 

10846422_762353380467190_932300486002467089_n…A DON PINO ERA SEMBRATO UNO DI QUEI FILI D’ERBA CHE APPAIONO FRA LE FESSURE DEL CEMENTO…‪#‎salesianquoteoftheday‬ ‪#‎buongiornoanimatori‬

“Che fai? “
“che te ne fotte?”
“Quella è la macchina di un mio amico”
“Peggio per lui”
(…)
“Lasciala stare”
“E glielo dici tu a mio padre? Vieni tu a farti dare le cinghiate?”
“Te li do io i soldi per mangiare. Quanto tempo ci metti ad aprire una macchina e prendere l’autoradio?”
“Cinque minuti”
“Saresti un bravissimo operaio, con le mani così veloci. Mio padre era un calzolaio e io lo aiutavo sempre. Tu saresti bravissimo”
“Io non voglio fare il cazzolario”
“Calzolaio, non cazzolario”
“Io non voglio lavorare”
“E che vuoi fare?”
“Quello che mi dice mio padre”
“E se ci vengo io da tuo padre?”
“M’ammazza. Non ci devo parlare con gli sbirri. Mai”
“Perché non mi vieni a dare una mano a fare il presepe?”
“Serve uno con le mani buone.”
“Non ci vengo in chiesa”
“Non devi venire in chiesa, devi venire a fare il presepe. A costruire le case con il legno, il polistirolo, il saldatore…”
“Che?”
“Vieni e vedi”
“Quanto mi paghi?”
“Quanto ti danno per l’autoradio?”
“Non mi conviene, ci vuole molto più tempo”
“Ma non fai del male a nessuno”
“Peggio per chi se l’è comprata, vuol dire che i soldi ce l’ha e se ne può accattare un’altra”
Il proprietario della macchina era arrivato e il ragazzino era corso via, senza autoradio, scagliando una bestemmia contro Dio e un insulto a don Pino che gli aveva urlato la sua di sfida:
“ti aspetto per il presepe” vediamo se te la fidi.”
Giuseppe si era presentato, attentissimo a non farsi vedere da persone che potessero riferirlo a suo padre.
“Che ci fai qui?
“Sono venuto a vedere”
“Ma non mi avevi mandato a quel paese?”
“Era per scherzo”
“Su certe cose non si scherza. Come ti chiami?”
“Giuseppe”
“Allora prima di fare il presepe bisogna chiedere scusa”
“A chi? A te?”
“No, a Dio.”
“Perché, tu sei dio?”
“No, ma tu gli hai detto quella malaparola. E devi chiedere scusa”
“Ma perché, Dio ci sente? E come fa? Mica c’ha le orecchie”
“E tu che ne sai? Guarda qui, don pino aveva indicato le sue orecchie”
“Ma quelle sono le tue”
“Appunto, le mie sono al servizio di Dio, per questo sono belle grandi. Lui fa così, chiede alle persone di prestargli orecchie, occhi, mani…”
“Sempre sbirro sei, anche se fai lo sbirro di Dio”
“Per esempio, tu vuoi usare le mani per fare il presepe? Se lo fai, le tue mani diventano quelle di Dio”
“Seeee.. vabbè”
“Devi provare, e veddrai di cosa sei capace. Quando Dio usa una parte di noi, facciamo cose divine. Siamo come i pennelli nelle mani di un gran pittore”
“Ma chi? Quello che dipinge le pareti? No, io non voglio essere un morto di fame.”
“Guardati le mani. Con quelle tu puoi far scendere Dio sulla terra.”
“Giuseppe si era guardato le mani e gli erano sembrate quelle di sempre, ma ci aveva provato.”
E il presepe del Natale 1992 era stato il più bello mai fatto a San Gaetano. Il ragazzino si era persino lasciato scappare che da grande avrebbe fatto quello che costruisce le cose di legno: il falegname.
“Anche Gesù faceva il falegname. Era stato suo padre a insegnarglielo, e si chiamava Giuseppe, come a te.”
“Ma Gesù quale?”
“Gesù, quello del presepe che hai costruito. Il figlio di Dio.”
“Miii, ma se era Gesù che bisogno aveva di lavorare?”
“Per te l’ha fatto”
“Per me?”
“Per farti capire che il falegname è un lavoro che a Dio piace”
“Gli occhi di Giuseppe si erano accesi.”
A don Pino era sembrato uno di quei fili d’erba che appaiono tra le fessure del cemento.

‪#‎saifischiare‬ ‪#‎ciòcheinfernononè‬ ‪#‎davenia‬ ‪#‎3p‬ ‪#‎bartolomeogarelli‬‪#‎animatorisalesiani‬