Che storia! Figli di un’assenza, del sepolcro vuoto.
Che storia! Figli di un’assenza, del sepolcro vuoto.

Che storia! Figli di un’assenza, del sepolcro vuoto.

Pasqua2015

Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.
Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.
Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».

Mc 16, 1-7

Che storia! Leggo e rileggo questa pagina di vangelo, la madre di tutte le pagine e non riesco a pensare ad altro che “che storia!” Sì, Gesù, perché scusa tu te lo immagini come stavano quei poveretti? Forse sì, visto che anche tu, tempo prima, avevi perso un amico, avevi perso Lazzaro. Quindi lo sai come si soffre quando muore un amico, un parente, insomma una persona che ami. E lì c’era tua madre, e le persone che ti avevano sempre seguito, che ok avevano i loro difetti, erano deboli e cadevano spesso, si erano addormentati quando dovevano vegliare, ti avevano rinnegato, non avevano creduto proprio sempre sempre sempre… Tante volte non ti avevano capito. E magari, con loro, c’erano anche i due che ti hanno tirato giù dalla croce, quelli che ti hanno messo nel sepolcro, quelli che quando eri in vita avevano avuto paura di seguirti ma ora forse per pentimento o forse perché davvero la tua croce li ha attratti e ha dato loro la forza, si erano fatti avanti. Chi? Ma come Chi? Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, l’uomo notturno! Si saranno capiti subito, quei due. Tra persone timorose si ci capisce. E forse si sono fatti forza a vicenda. E penso che non ti è dispiaciuto, poi, tutto sommato essere preso da loro, no? E vederli magari poi unirsi agli altri o anche solo piangere per te e addolorarsi. Credo che tu sia stato contento perché hai visto due figli ritornare al Padre, hai visto due pecore che si stavano smarrendo ritrovare la via. Ognuno, in fondo, arriva all’ovile con i propri tempi ma al pastore interessa solo riaverle tutte, le sue pecore. E tutte queste pecore erano lì, e piangevano, e si disperavano. E ok, al catechismo mi hanno insegnato che si disperavano perché le loro speranze erano state “disattese”, perché non eri sceso dalla croce con fulmini e saette e avevi sovvertito l’ordine delle cose. Ma secondo me piangevano e si disperavano anche e soprattutto perché il loro amico non c’era più. Se no, dimmi tu, che senso aveva svegliarsi di buon mattino e venire fino al tuo sepolcro?

Poi svegliarsi… si fa presto a dire svegliarsi! Per svegliarsi bisogna dormire. E chi dorme con un dolore così grande? Chi dorme sapendo che quando aprirà gli occhi scoprirà che non era solo un sogno, ma che davvero la persona cara non c’è più? E mentre adempi tutti i tuoi compiti, i tuoi doveri, chiami le pompe funebri, i fiori, vai a fare la sepoltura, ti rechi al cimitero a portare dei fiori la tua mente prova a pensare solo a cose stupide. O a cose pratiche. E anche la mente delle donne che vennero da te, Gesù, cercava di distogliere l’attenzione dal dolore focalizzandosi sul da farsi. “Chi ci aiuterà? Siamo solo delle povere donne. Come faremo con la pietra?” “Chissà se i fiori sono ancora freschi, abbiamo portato i guanti per pulire tutto intorno? Guarda, qui hanno fatto dei lavori… hanno fatto bello però…” E’ l’uomo che cerca di reagire, Gesù perché la morte è la morte, la mancanza è mancanza. Questo nessuno lo può cambiare. Il distacco, l’umano sottrazione. Lì dove si era in 5 si resta in 4 e c’è poco da fare, c’è uno in meno. E se non ti fai domande sceme come “chi ci aiuterà a far rotolare la pietra?” la tua testa non farà altro che ripetere “perché? perché? perché?” fino a farti diventare scemo!

E lo so, lo so Gesù che tu a quei perché avevi risposto infinite volte. E se io lo leggo adesso, leggo la tua storia, ovvio che dico “che piangete?? doveva morire per sconfiggere la morte, no?? ancora non l’avete capito??” Ma mi metto nei loro panni e penso che no, non potevano capirlo. Come quando sei in ospedale e ti dicono “non c’è più niente da fare, non l’ha ancora capito?” No, non l’ho capito. Perché non lo voglio capire. Perché la morte vogliamo dimenticarcela, non vogliamo capirla. Vogliamo sperare.

Sperare! Ed è per questo che quando le donne sono arrivate lì e hanno trovato la pietra rotolata e il sepolcro vuoto si sono agitate. Qui c’è scritto che hanno avuto paura. Certo, paura dei ladri, paura che non gli bastavano gli abomini commessi e tutte le crudeltà fatte a te, pure il corpo dovevano rubare. Però, secondo me, Gesù, quella paura era mista alla speranza. C’era qualcosa di strano, capisci? Qualcosa che loro non si aspettavano. Qualcosa che non volevano ammettere manco a loro stesse ma quasi quasi, forse forse, non tutto era perduto. Come quando, sempre i medici, ti dicono “è clinicamente morto” e tu lo vedi muovere le dita e ti dicono “è un riflesso incondizionato” ma a te non frega niente, tu speri. Quel movimento ti ha dato una speranza. Una speranza alla quale non vuoi pensare, una speranza che non vuoi ammettere a te stesso e dici “sì, ma non è niente, non ci spero” ma in cuor tuo invece ci speri eccome! Ed è per questo che hai paura, è per questo Gesù che le donne avevano paura: paura di soffrire di nuovo. Paura che quella cosa che gli era balenata per il cervello scacciando via le domande sceme era solo una cosa che avrebbe fatto loro ancora più male.

E qua cambi l’ordine delle cose. Qua sparigli tutte le carte, tiri giù il poker d’assi e vinci su tutto, Gesù. Metti uno che non sei tu, vestito di bianco ad annunciare alle donne. Poi sta storia me la devi fa capì: perché sempre alle donne? Le donne sono quelle che arrivano lì e trovano tutto scombussolato e devono andare ad annunciare. Certo, magari se gli uomini, trovavano un tizio lì l’avrebbero preso a pugni prima ancora di starlo ad ascoltare, però… Questo è il motivo della presenza costante delle donne nella tua storia, quasi se ti servissero come tramite per gli altri? Le donne sono le prime alle quali ti mostri, a due donne hai resuscitato un fratello, a una donna al pozzo ai parlato di te e dell’acqua viva. Quasi come se loro fossero più capaci di credere, di sperare, meno razionali. O più capaci di capire. O forse sono solo meno legate alle convenzioni, vero Gesù? Hanno più coraggio, rischiano di più. In effetti la tua storia è piena di donne che hanno avuto coraggio. A cominciare da tua madre, la donna che ha affrontato il paese, le voci, la gente, il fidanzato, gli uomini tutti pronti a darle della cattiva donna. Ma non solo: ha affrontato fatiche fisiche e sofferenze diciamo così spirituali. Ti ha seguito sempre, con coraggio. Ma mica solo lei! Forse questo volevi, forse questo ti serviva. Ti serviva la capacità di vedere col cuore, di sfidare le convenzioni che può avere una donna. In fondo resta un mistero come possano portare dentro di loro una vita, come possano generarla, custodirla, aiutarla a crescere con delicatezza e rispetto. E a questa loro forza ti sei affidato, perché credessero, perché vincessero la paura e andassero ad annunziare a tutti che tu eri risorto e che li precedevi in Galilea.

Tadaaa! Risorto! Risorto davvero! L’hai fatto davvero! Che storia, Gesù! E se non sapessi che a raccontarcelo è gente che l’ha visto stenterei a crederci! E forse, a volte… Ma non oggi, oggi ci credo, oggi è Pasqua. Oggi lo so che sei risorto, mi sento tanto felice, pieno di speranza… Oggi… Poi magari domani mi dimenticherò, non sarò così felice, non canterò in chiesa, mi sentirò apatico e spento, non saprò cos’è la speranza. Perché la speranza si perde presto, sai? Molto facilmente. Ci vorrebbero delle donne che corrono ad annunciare ogni tot di mesi, anche ai nostri giorni. Che vengono a dirci qualche parola di speranza, ogni tanto. Però noi saremmo capaci di credere?

Non lo so, sai. Me lo chiedo spesso: se venisse Gesù, oggi, dopo tanti anni e una storia così tanto raccontata, noi gli crederemmo? Io gli crederei? E, ahimè, mi rispondo sempre no. Perché nella mia quotidianità sono razionale, credo solo a ciò che vedo, non posso pensare che ti stai manifestando. Allo stesso tempo, chiedo miracoli. Ma di quelli forti, eh! Perché se non sono eclatanti, se non sono col botto, se non scendi dalla croce con fulmini e saette non li vedo mica! Sono proprio come i discepoli sotto la croce, proprio come i discepoli dopo il venerdì!

E meno male che c’è la domenica, allora, Gesù! Meno male che la storia non finisce al venerdì. Meno male che non mi lasci nel mio dolore, ma mi doni la speranza. E ti prego Gesù, quando mi ricorderò solo e soltanto del venerdì, quando sarò fermo a chiedermi “perché, perché perché?” e starò diventando matto, quando per non diventare matto mi farò domande cretine, quando sarò attaccato solo alla visione spettacolare delle cose, o solo a quella umana, materiale, tu prendimi per l’orecchio e portami di fronte al sepolcro. Vuoto. Fammi vedere la pietra rotolata via. Fammi vedere la tua forza, la tua grandezza. Fammi vedere che credere in te mi dà la speranza e la gioia di cui ho bisogno. Grazie, Gesù, per non esserti fatto trovare nel sepolcro: questo è il primo caso nel quale l’assenza è segno di grande, grandissima presenza. E io mi sento figlio di questa assenza, di un sepolcro vuoto.

One comment

  1. Claudio Alpaca

    Quando ancora era difficile credere che l’uomo risorgesse, quando non pensavamo più alle promesse di Dio o non ne avevamo colpito la profondità, ci sentivamo increduli di fronte ad un masso rotolato e ad una tomba vuota: “Dov’è il Maestro, lo hanno portato via?” Gesù apparve a Maria Maddalena dicendole “donna, perchè piangi?” e rivelandosi quale risorto. Certo apparve ad una donna perchè fu la prima a correre al sepolcro, perchè in una società ove le donne erano poco considerate volle nobilitarle e ridar loro l’importanza di creature da lui amate, di creature con pari diritti e capacità. Fu un insegnamento pratico, uno dei tanti in materia. Di fronte al Maestro Maddalena ebbe un atto di fede e fu felice. Gesù era risorto ed aveva ricostruito, in tre giorni, il tempio, aveva edificato la nuova chiesa, anzi l’ha edificata, Gesù il Dio vivente risorse e l’uomo nuovo rinacque. Con l’Ascensione fu portato in paradiso per essere uno in Cristo. Certo, Gesù, a volte tutto sembra talmente difficile da capire od accettare, a volte il dolore e la paura ci sgomentano; è allora che pensiamo che anche tu hai avuto paura ed hai sudato sangue. Ti diciamo allora: “Anche tu hai avuto paura e hai pianto, quindi capisci quale sia il mio stato d’animo. Aiutami ad abbandonarmi al Padre come facesti tu. Subito un gran forza ci pervade e tutto sembra facile, più leggero e possibile ad affrontarsi. Sappiamo che tu ci sei vicino e ci prendi per mano. Grazie, Signore nostro. Di fronte alle malattie, a diagnosi dure ci sentiamo pervadere da angoscia, ma poi ci rivolgiamo a te e capiamo che non possiamo aggiungere giorni alla nostra vita, che possiamo offrirti le nostre sofferenze, l’unica cosa nostra, per la tua maggiore gloria ed il bene dell’umanità. E’ strano come tutto ci appaia più facile e non più così ostico, ma certo è perchè tu ci hai aiutato ed hai ascoltato il nostro grido. Sappiamo poi che la morte è solo un passaggio che ci porta alla vita eterna nel tuo regno dove vivremo inseime a te nella tua gloria. claudio alpaca

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