Ho ucciso Gesù. Ma sono anche la ragione per cui è risorto!
Ho ucciso Gesù. Ma sono anche la ragione per cui è risorto!

Ho ucciso Gesù. Ma sono anche la ragione per cui è risorto!

uccisoPenso sia facile leggere la Bibbia come se fosse un libro di storia. Mosè divise il mare, Gesù morì sulla croce, Colombo salpò verso le Americhe.

So che in realtà è più di un resoconto storico, ma spesso faccio fatica a vedere come si possa applicare alla mia vita.

Spesso mi hanno detto che quando leggo la Bibbia devo provare ad immedesimarmi in uno dei personaggi della storia. Così ho fatto, ho preso il passo di Vangelo in cui si racconta la passione e morte di Gesù, nel Vangelo di Matteo. Ho cercato quale fosse il personaggio che più mi somigliava, in cui più mi immedesimavo… beh, ho scoperto che ogni personaggio della storia sembrava essere me!

Vi spiego…

Sono un apostolo, addormentato nell’orto degli olivi (Matteo 26,40). Incline a cedere alla pigrizia, anche in presenza della santità. Nei luoghi più sacri, come davanti a Gesù nell’Eucaristia, permetto al mio corpo di decider quanto attenta la mia anima debba essere. Non faccio una guerra contro le distrazioni, tantomeno contro il sonno.

Sono Giuda. Gesù ha tutto il diritto di chiamarmi sia “amico” che “traditore” ad appena 30 secondi di distanza (Matteo 26,46-50). Il mio cuore è volubile e debole e talvolta il mio impegno ad essere amico di Gesù si perde nel capriccio di un’emozione.

Sono Caifa, il sommo sacerdote. Voglio che Gesù mi dimostri chi è (Matteo 26,63). Voglio segni e prodigi per sapere che davvero posso fidarmi di lui. Voglio che le mie preghiere ricevano risposte a modo mioVoglio prove concrete piuttosto che umile fede.

Sono Pietro. A volte rinnego Gesù (Matteo 26,72). Lo rinnego ogni volta che guardando un mendicante decido di voltare lo sguardo. Nego di conoscerlo quando mi vergogno di pregare prima di un pranzo al ristorante. Lo rinnego quando ho paura del giudizio di quelli che mi stanno attorno.

Sono nella folla che grida, “crocifiggilo” (Matteo 27,21-23). E lo ripeto ogni volta che volontariamente pecco.

Sono Barabba. Incatenato nel peccato e rintanato nella prigione del mio orgoglio. E invece di ricevere la piena punizione per i miei peccati… Cristo prende iI mio posto (Matteo 27,26). E spesso dimentico di ringraziarlo.

Sono Pilato. Voglio rinunciare quando la vita è troppo impegnativa (Matteo 27:24). Sono pronto a lavarmene le mani del cristianesimo, quando essere un seguace di Gesù significa perseguire virtù sopra la mediocrità, una vita di preghiera invece che una vita di piacere.

Sono il cireneo (Matteo 27,32). Soffro a malincuore. Prenderò la croce, ma non sono stato io a cercarla. La prendo solo se è stato posta sulle mie spalle … e non mi piace.

Sono uno dei passanti. Che deridono Gesù mentre è appeso alla croce (Matteo 27,30). Quanto in fretta hanno dimenticato tutto il bene che ha fatto nelle loro città e villaggi. Quando l’opinione pubblica su Gesù è cambiata, è passata di moda. Quanto in fretta io dimentico il bene che ha fatto a me. In un breve momento di dolore tutta la mia gratitudine è dimenticata e sostituita dal risentimento.

Sono un soldato romano (Matteo 27,35). Ho ucciso Gesù. I miei peccati sono stati la ragione per cui era inchiodato su quella croce.

Ma a volte…

Sono il centurione. I miei occhi sono aperti a chi è Gesù nella mia vita (Matteo 27,54). Il mio cuore si gonfia con la verità che Dio si è fatto uomo ed è morto per me. E questo mi dona la pace e la voglia di cambiare la mia vita.

Io sono una delle donne in piedi presso la croce (Matteo 27,55-56). Quando sono aperto alla grazia di Dio, posso essere un cristiano fedele. Nel bel mezzo del dolore e della sofferenza, posso stare vicino alla croce. Gesù è la mia forza, è tutto quello che mi serve.

Sono Giuseppe di Arimatea (Matteo 27,59 ). Ancora una volta, solo per grazia di Dio, posso essere disinteressatamente compassionevole, mettendo i bisogni degli altri prima del mio. Mosso da Dio, userò quello che mi ha dato al servizio degli altri. Il mio tempo, i miei talenti.

Io sono tutti i personaggi del racconto della passione e morte di Gesù. E penso che questo sia il punto. Perché non dovrebbero essere rappresentate tutte le dimensioni del cuore umano nella più grande storia di tutti i tempi? Ha senso, perché quella storia è senza tempo. È da applicare alla nostra vita di oggi, perché quello che è accaduto in quel tempo è importante oggi.

Questa non è solo una semplice storia in qualche libro. E ‘la storia della tua salvezza … come Dio dopo aver visto il bene e il male nella nostra umanità è venuto comunque. È morto comunque.

Ho ucciso Gesù. Ma sono anche la ragione per cui è risorto!

Hai il coraggio di vedere te stesso in questi personaggi? Puoi sentirti in colpa per i chiodi nelle Sue mani? Le ferite nella sua carne? Ti rendi conto che anche i tuoi peccati lo hanno ucciso? E che grazie a te, a causa del suo intenso ed infinito amore per te … è Risorto?

Fonte: Lifeteen