Ehi, ma tu l’hai vista Mare Fuori?
Ehi, ma tu l’hai vista Mare Fuori?

Ehi, ma tu l’hai vista Mare Fuori?

È terminata da un po’ la serie tv del momento: Mare fuori. Potevamo non vederla?! No di certo. ma abbiamo voluto aspettare per parlarne, perché abbiamo provato a farla sedimentare prima di poter dire qualcosa.

Innanzitutto: perché hai visto questa serie? Con che occhi l’hai guardata? Quelli dell’attesa della ship tra Carmine e Rosa o quelli dell’animatore salesiano che è in te? Per favore non dire che l’hai vista solo per non sentirti escluso poi quando tutti ne parlavano. Alle volte meglio essere un po’ salmone e nuotare controcorrente, no?

Comunque, la serie ha fatto 105 milioni di visualizzazioni su piattaforma ancor prima che andasse in TV e non era neppure la prima stagione. Era la terza (nasce spontanea la domanda: come e quando hai scoperto la serie?).

Ma ora proviamo a parlare di cosa c’è e cosa manca, secondo il nostro modestissimo parere, in “Mare fuori”. In questa stagione, come nelle precedenti, lo spazio alla ri-educazione (addirittura prevista dalla costituzione all’art. 27) dei ragazzi è purtroppo minima. Ogni tanto per esempio  fanno vedere il laboratorio di pizzeria (o nella prima serie impegnavano i detenuti nella riparazione della barca). In teoria, e sinceramente ci auguriamo anche in pratica, di queste attività dovrebbero essercene qualcuna in più e soprattutto all’altezza del loro compito: fare in modo che una volta fuori i ragazzi abbiano un’alternativa più che valida per tornare a vivere nella società. Qualcuno che conosciamo mooolto bene diceva: 

“Fu allora che io toccai con mano che i giovanetti usciti dal luogo di punizione, se trovano una mano benevola che di loro si prenda cura, li assista nei giorni festivi, studi di collocarli a lavorare presso di qualche onesto padrone e andandoli qualche volta a visitare lungo la settimana, questi giovanetti si davano ad una vita onorata, dimenticavano il passato, divenivano buoni cristiani ed onesti cittadini.”

Quella mano benevola ha montato un bel po’ di cosette per quei ragazzi…

Noi educatori e animatori salesiani non possiamo permetterci di continuare a sbagliare con questi ragazzi. Non possiamo permetterci che capitino in una situazione come quella del personaggio di Gaetano. In certe occasioni falliamo tutti, non solo chi si sente responsabile, tutti. In che senso?  La società che sta fuori siamo noi! E poi, se noi che diciamo di avere il cuore aperto siamo i primi a tenere gli occhi chiusi e le mani in tasca senza fare nulla, le cose non possono cambiare in meglio.

Oltre alla mancanza di attività ri-educative, nella serie manca anche un serio sostegno psicologico e individuale per i detenuti. Partendo da casi più delicati e particolari come possono essere quelli dei personaggi di Pino o di Viola a casi apparentemente meno complicati, tutti avevano, hanno (a nostro modestissimo avviso) la necessità di essere seguiti e accompagnati da più di un (uno solo) semplice educatore. In questi ultimi anni la società tutta si è mossa per sensibilizzare e normalizzare le terapie psicologiche. Forse siamo un po’ duri, ma troviamo quasi inaccettabile la non attenzione della serie riguardo tali argomenti. Magari il personaggio di Viola non era il più bravo e bello della serie ma forse si poteva trattare in maniera un po’ diversa. Per esempio si nota che, non solo i ragazzi della struttura, ma anche i vari educatori in realtà con lei non si relazionano con quella amorevolezza tipica del nostro modo di essere e che sappiamo quindi capace di conquistare i cuori.

E scusaci ancora se siamo così critici in questo, ma l’unico discorso (per giunta mezzo copiato da Giovanni Paolo II “prendete in la vostra vita e fatene un capolavoro”) della direttrice dopo l’ennesimo fallimento educativo avrà forse lavato la sua di coscienza ma di certo non la nostra.

Ovviamente però, sappiamo riconoscere anche le cose belle e positive, eh. Riprendendo sempre il discorso della direttrice una delle parole chiave e ricorrenti è “amore”. Vogliamo parlare di tutti i discorsi di Pino a Kubra, quelli in italiano quasi perfetto? L’argomento principale è appunto, l’amore. O ci vogliamo ricordare su cosa fa leva Carmine con Rosa per convincerla a provare a stare insieme? Sempre sull’amore. E gli esempi non finiscono qui. Le relazioni e l’amore, in molte forme, sono alla base della serie.

In questo periodo parlando con alcuni di voi ci avete detto che le relazioni tra i personaggi sono il motivo principale per cui si guarda questa serie. E quindi abbiamo provato ad individuare alcuni elementi di queste relazioni: la fiducia, la comprensione e il dialogo, la diversità, il tempo, i sentimenti intensi e la condivisione. Oggi che le relazioni si consumano nell’attimo stesso in cui nascono e in cui iniziano ci sembra importante sottolineare che queste relazioni rivendichino altri tipi di valori. E ci fa ancora più piacere che per alcuni aspetti le relazioni hanno colpito la tua attenzione, e speriamo anche il tuo cuore di animatore salesiano. Potremmo andare avanti per pagine a scrivere su questa serie, ma ci sembra giusto ascoltare e leggere anche la tua  opinione. Noi non abbiamo avuto peli sulla lingua ma ci farebbe davvero molto piacere conoscere le tue idee, e magari poi offrire altri spazi ed elementi di riflessione, non solo a noi ma anche a tanti altri animatori. Però ricorda: “Mare fuori” non deve piacerti solo perché piace a tutti, ma deve piacerti perchè ti lascia qualcosa, ti insegna o ti dà da pensare e riflettere. Questo vale un po’ con tutto, film, libri, soprattutto musica. Sii originale, sempre!