Fissare, amare, parlare VS vendere, venire, seguire. I verbi della verità
Fissare, amare, parlare VS vendere, venire, seguire. I verbi della verità

Fissare, amare, parlare VS vendere, venire, seguire. I verbi della verità

spezzaparola11-10

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

(Mc 10, 17-27)

È da un po’ di tempo che non vengo qui a parlare con te, che non apro il Vangelo. E tu come mi accogli? Con una pagina complicatissima?! Oserei dire un filino antipatica, Gesù, eh… Va bene che una giornata storta capita a tutti, va bene che non deve essere stato facile essere Gesù e rispondere a tutti quelli che venivano a farti domande però non ti sembra di aver preso un po’ troppo di petto sto ragazzo? Alla fine questo è venuto da te perché voleva capire. È andato alla fonte, direttamente, senza intermediari. Non ti ha offeso, ti ha chiamato “buono” e tu già te ne sei uscito che “buono” è solo Dio. Poi gli hai detto che già sapeva cosa doveva fare, poi l’ultimatum… quasi quasi eri scocciato. Mi sembra di assistere ad una di quelle scene dei film americani nei quali i figli chiedono attenzione ai padri e quelli hanno troppo lavoro e li mandano via in malo modo. E alla fine, oltre il danno la beffa: ti metti lì e commenti l’accaduto coi tuoi amici, dicendo che è difficile entrare nel Regno dei Cieli. Insomma, quel povero ragazzo era venuto da te in cerca di risposte, con tutte le migliori intenzioni.

Quello che mi stona, in questa pagina antipatica è quel “fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse“. È strano: uno che ti ama, non ti tratta male. E, ancora più strano: non lo conosci, lo guardi e già lo ami? Vabbè, ho capito, sono fuori allenamento e mi hai fregato un’altra volta, Gesù. Rileggo. Ma stavolta parto da qua, da questa frase a metà pagina.

Fissò lo sguardo.

Perché fissò? Per vedere meglio? Per guardare dentro? Per conoscere? Fissò lo sguardo. Lo fermò. Cercò di capire perché quel giovane era andato proprio da lui, cosa cercava in verità.

Lo amò.

Come si fa ad amare così velocemente una persona? Amore a prima vista? Lo amò. Perché a lui toccava il primo passo. A lui che veniva da Dio, che era Dio. E quindi, come sua stessa ammissione, che era buono.

Gli disse.

Gli disse, perché non serve a niente contemplare, non serve a niente amare se non si mette in pratica, vero Gesù? Se non si compie un’azione concreta, se non si dà una risposta reale.

Ho capito. Però, ho sempre un dubbio: perché, allora, una risposta così secca, dura?

Rileggo e la mia mente viene attirata da un’altra domanda: perché mai sto ragazzo se n’è andato a cercare Gesù? Perché lo ha fermato, mentre stava in giro con i suoi amici? Per lo stesso motivo per il quale io a volte vado in chiesa oppure cerco qualche prete amico. O magari anche solo qualche amico. Perché ho bisogno di parlare, ho bisogno di risposte, ho bisogno di verità. Perché sento che c’è qualcosa che mi manca e questo qualcosa non ha un nome e non ha un volto il 99% delle volte. E quindi, se non lo riconoscono, non so come e dove cercarlo. Ecco perché quel giovane ha cercato Gesù, perché ha il male del nostro tempo, pur non essendo del nostro tempo: è malato di solitudine, di vuoto, di quel problema che non so cos’è che è grave quanto la fame e la carestia o a volte di più perché quelle sai come combatterle, sono difficili, ma lo sai. E chi ha questo male qui vuole la verità. Non si accontenta di risposte annacquate.

E infatti tu prima gli dai una risposta quasi confezionata, uguale per tutti, capisci che non è quello che voleva quando lo fissi, e siccome lo ami gli dici la verità.

E la verità fa male. È difficile da digerire, è complicata da mettere in pratica.

Vendi.

Vieni.

Seguimi.

Quanti verbi, Gesù, quante cose. Quante azioni. Con calma. Ho una voce dentro che mi dice che non ho nulla da perdere e una che mi dice che ho tutto da perdere, che il castello di carte che ho costruito ci mette nulla a cadere e in questa vita qui abbiamo bisogno di certezze, di logica, e questa qui sembra tanto una cosa illogica caro Gesù. Come si fa?

Non si fa. Non noi. Per noi è difficile. Noi andiamo via cupi, a testa bassa, come il giovane ricco o ci interroghiamo increduli come i discepoli. Ma a te nulla è impossibile. Per cui mi piace pensare che questo ragazzo sia tornato a casa, abbia ripreso la sua vita di sempre ma quel seme che tu avevi seminato ha continuato a crescere e Dio, a suo tempo, ha raccolto, stravolgendo tutto, spingendolo nella direzione giusta.

Non posso dirti che io non sarei andato via cupo, perché sarebbe una bugia. Ma posso dirti che oggi ho la certezza della speranza. So che tu verrai, non lo spero, lo so. So che tu entrerai nella mia vita e scoglierai tutti i nodi che a me sembrano impossibili. So che mi aiuterai ad affrontare i tre verbi della verità ad uno ad uno perché anche tu hai affrontato tre verbi nel relazionarti con me: mi hai fissato, mi hai amato, mi hai parlato. Aiutami solo a riconoscerti e dammi la forza per ascoltare la verità che cerco. Perché cerco sempre la verità ma ho quasi sempre paura di ascoltarla.