Gesù a Gerusalemme. Il red carpet della speranza.
Gesù a Gerusalemme. Il red carpet della speranza.

Gesù a Gerusalemme. Il red carpet della speranza.

Lectio---Palme15Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”». 
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. 
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».

(Mc 11,1-10)

Ah, questa domenica è facile. Insomma, questa è una pagina di storia, eh! L’entrata a Gerusalemme… chi non conosce l’entrata a Gerusalemme? E soprattutto cosa c’è da dire sull’entrata a Gerusalemme? Niente. Lui entra, passa, la gente lo osanna, sradica un po’ di alberi per far festa e stende tappeti e altre cose al passaggio. Praticamente l’anticamera delle nostre processioni. Ci mancano solo le vecchiette con i petali di rose, i bambini coi vestiti della prima comunione e gli striscioni. Bene, abbiamo detto tutto, chiudiamo il vangelo e usciamo. Ciao.

Mmm. Ok, ok, ho capito. Ora lo apro di nuovo. Anche perché poi, se vogliamo dirla tutta, Gesù, ci sono un po’ di cosette che non mi tornano.

Innanzitutto: come mai fino alla settimana scorsa che c’erano quelli che ti volevano vedere, tu non ti sei fatto vedere. Ora, invece, ti fai prendere addirittura un puledro per salirci sopra e passare in mezzo alla gente? All’opzione che fossi stanco, credo poco. Tu che hai girato per tre anni interi, senza fermarti mai, mo eri stanco? Mo non potevi fare qualche metro a piedi? Naaaa, non ci crede nessuno. Eri lì, sull’antenato della papamobile che passavi tra la folla per farti vedere da tutti.

Ma perché farsi vedere da tutti? Perché fare questa entrata così trionfale e così studiata? Qual era il tuo sentimento, Gesù? Provo a pensarci ma non mi trovo. Insomma, all’epoca nessuno lo sapeva che stavi andando a morire e va bene. Ma oggi lo sappiamo tutti. Oggi come possiamo pensare che uno che sta andando a morire voglia farsi vedere, abbia voglia di firmare autografi sul red carpet. Non so, non ti capisco, Gesù.

Forse avevi solo voglia di accontentare la gente che voleva vederti, e hai pensato che su un puledro saresti stato più alto, ti avrebbero visto tutti e meglio. Forse avevi voglia di dare alla gente quello che volevano. Forse avevi voglia di farti sentire in mezzo a loro. Forse sì, forse era questo: era “guardatemi, o voi di Gerusalemme, e ricordatevi di questo momento. Guardatemi perché tra qualche giorno mi vedrete di nuovo, sarò in alto, sarò combinato male e voi crederete che è la fine. Ma non è la fine, io sarò comunque in mezzo a voi, come adesso. Guardatemi e ricordatevi che io passo in mezzo a voi, ogni volta che voi volete vedermi.

Ho un’altra domanda: perché non sei andato tu a prenderti il puledro? Perché mandare i tuoi discepoli, come dei ladri? Talmente tanto ladri che gli hai dovuto dire come rispondere! Rileggo e mi accorgo di un piccolo particolare: c’è scritto che tu hai chiesto ‘sta cosa quando siete arrivati nei pressi del monte degli Ulivi. Questo posto non mi è nuovo. Lo cerco su google e scopro che è poco fuori la città vecchia di Gerusalemme. Ma mi sa che non è per questo che non mi è nuovo, no. Mi sa che è perché gli Ulivi per me erano quelli dell’orto. Dell’Orto degli Ulivi nel quale andrai a pregare il Padre dicendogli di salvarti. Tu eri lì, vicino al luogo dove saresti andato a implorare pietà di lì a pochi giorni. Nessuno lo sapeva, solo tu. E allora mi viene da pensare che magari volevi stare due minuti da solo, in silenzio. Due minuti per pensare a come sarebbero state le cose, a come sarebbe andata. Due minuti per pensare a come comportarti.

Sì, a come comportarti, Gesù. Perché secondo me è tosta. Parliamoci chiaro: tu sai che stai per morire e intorno a te nessuno lo sa. Tu sai che ora passerai in mezzo a gente che per te farà fuoco e fiamme. Ma tu sai anche che quella stessa gente griderà qualche giorno dopo esattamente l’opposto. Tu sai che l’uomo è fragile, che sale sul carro del vincitore. E allora come fai ad essere così calmo, tranquillo e amorevole? Io trovo insopportabile questo cambiamento di umore e di comportamento delle persone. E mi fanno venire i nervi, amici e non, che prima mi chiamano in continuazione, per loro sono tutto e poi mi feriscono, se ne fregano delle mie solitudini, del mio star male. Appena hai bisogno: ciao! E quando poi fanno per me qualcosa di bello io non riesco proprio a non pensare che prima mi hanno fatto del male. Cosa? La gente magari cambia?! Le persone, se gli parli, magari capiscono?! Ma solo tu ci puoi credere, Gesù! La gente non cambia, non l’hai visto? Non te ne sei reso conto da solo? Come fai ancora a pensarla così? Ma li senti, li senti??

«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».

Chi ha parole più belle di queste? No, Gesù. Ti sbagli, la gente non cambia. La gente si infiamma, si carica di bei momenti, vive alla giornata, urla Je suis Charlie e poi però non spende mezza parola per gli altri morti. E comunque, due settimane dopo, si dimentica totalmente di essere stato Charlie e aspetta l’anniversario per non dimenticare. Secondo me, stavolta, sei tu che hai da imparare su questa umanità, su questa finta barca di gente che si chiama in modo indefinito. E pensaci, Gesù, questi non hanno manco il coraggio di metterci la faccia o il nome. Cosa c’è scritto qui? Cosa scrive Marco? Mica scrive “Giovanni, Marcello, Luisa e Francesca gridavano…” no. Scrive “Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano” quelli… gente indefinita… massa… folla… opinione pubblica. Così chi è colpevole? Così chi voleva? Così chi osannava? Tutti e nessuno. Mi sale una rabbia, guarda.

E lo so, anche a te sarà salita per un attimo, la rabbia. E forse per calmarti hai aspettato un attimo. Hai ricercato dentro di te la calma e probabilmente la speranza. Ecco, sì. La speranza. Perché probabilmente è questo quello che mi vuoi dire passando tra la gente e prendendoti le loro lodi, che devo recuperare la speranza. Che devo guardare le cose e le persone con più speranza e fiducia in loro. Perché se anche uno solo di quelli che osanna, poi non condannerà avrai vinto tu. E allora passi, e poi passi un’altra volta, e un’altra volta ancora. E quando dici “questa è l’ultima volta, eh!” poi però passi ancora e ancora e ancora. Sperando ogni volta di trovare uno e uno solo che osanna e poi non cambia idea. Che sale su un solo carro, il tuo. O magari che salta sul puledro insieme a te.

E allora Gesù, passa ti prego. Passa sempre e ancora. Ricordami che sei con me. Passa quando ti osannerò ma ti prego passa pure quando mi dimenticherò di te. E passa ancora. E quando io non vorrò passare, non sarò disposto a prendermi il bello degli altri ma guarderò solo ai loro errori, dammi un posto dove fermarmi a pensare due minuti, portami un puledro e stendi un mantello col tuo sorriso più bello. Perché anche io possa ritrovare la speranza.