L’ animatore salesiano Summer Edition
L’ animatore salesiano Summer Edition

L’ animatore salesiano Summer Edition

L’animatore salesiano (Summer edition)

L’estate è sempre un periodo di intensa attività nei nostri oratori. Ci sono i campi, le esperienze ispettoriali e quant’altro. Poi c’è la tanto attesa Estate Ragazzi o Grest. 

C’è chi ha già iniziato il servizio dell’animazione e chi dà una mano per la prima volta. Noi abbiamo provato ad individuare alcune categorie piuttosto diffuse e comuni, l’abbiamo fatto un po’ per gioco, ma anche per renderci conto verso quale direzione provare a camminare e quindi, per prepararci nel modo migliore.

 

  1.     Il don Giovanni

Non finisce mai un’Estate Ragazzi/Grest da single, tanto poi con l’inizio della scuola torna tutto come prima. Di solito è sempre un po’ al centro di pettegolezzi e triangoli amorosi e, più che fare assistenza tra i ragazzi, ha il radar puntato per trovare la fidanzata o il fidanzato. Occhialetto da sole, maglietta un po’ più stretta per mostrare il fisico o per le ragazze annodata per farla più corta (NEIN, NEIN, NEIN!). Diciamo che è anche quell’animatore che sfrutta il suo fascino per saltare la fila al bar o che alla gita all’acquapark non si vede in giro…

Le cottarelle estive lasciamole per altri ambienti. Un buon animatore vive equilibratamente la propria affettività, soprattutto per svolgere il proprio servizio con i più piccoli. Ricordiamoci che siamo educatori ed evangelizzatori, non animatori turistici. Quindi lasciamo perdere il voler far colpo, la maglietta stretta o annodata e magari i pantaloni troppo corti. Non vogliamo essere “talebani” ma l’oratorio ha  un suo dress code, anche come ci vestiamo educa. Sono belli gli amori che nascono in oratorio, però quando sono maturi e mettono al centro della relazione il Signore, anzi una relazione di fidanzamento ben vissuta può essere anche esperienza di Dio. Inoltre possiamo orientare l’essere “piacenti” e “bellocci” per imparare ad essere amabili e gentili con tutti, per mostrare così la bellezza del cuore e dell’amicizia con Cristo.

 

  1.     Ringhio Gattuso

L’unica cosa che conta è vincere! Per questo giocano sempre gli stessi, i più veloci, i più forti, i più agili. Il ragazzino cicciottello con i sandali, il cappellino e il marsupio nemmeno lo vede. Diciamo che è quello che viene ricordato per le grandi litigate e che non vede l’ora di mostrare tutto il suo valore nella manche animatori. E’ capace di generare molta tensione, tra i ragazzi e nell’equipe, alza spesso la voce sgridando i ragazzi, soprattutto quando non obbediscono agli ordini. Magari fa le tattiche e le strategie per vincere ma che poi in fondo non fanno divertire i ragazzi

Un po’ di sana competizione fa sempre bene ed è giusto valorizzare le qualità di ciascuno. Inoltre anche il  gioco va fatto bene e per questo bisogna impegnarsi. L’importante però è che tutti si sentano valorizzati e soprattutto amati. Ultimamente abbiamo visto come alcuni trofei sono stati vinti grazie alla forza della squadra, più che dal singolo. I più sportivi sanno che lo scudetto di quest’anno del Milan o l’europeo dell’Italia dell’anno scorso sono stati vinti per il famoso “spirito di gruppo”, anzi così vincemmo addirittura il mondiale del 2006! Altri tempi…

D’altronde Dio ci ama anche nelle nostre imperfezioni, incoraggiando e valorizzando ciò che abbiamo di positivo, che è sempre un dono. Tutti sono chiamati a dare il proprio contributo nei giochi e poi i Gattuso possono essere davvero dei maestri di incoraggiamento. Proviamo ad incoraggiare a dare il meglio. Si tratta di essere catena di congiunzione con i ragazzi. Così facendo, anche i più abili nei giochi faranno lo stesso, aiutiamoli a riconoscere tutto come dono da condividere con gli altri le proprie qualità.

 

  1. L’appendiabiti

Di difficile definizione, proprio perché è un animatore piuttosto schivo. E’ impassibile, immobile, niente o nessuno lo smuove. Per capirci è l’animatore che regge zainetti, cappellini, telefoni ecc…  

A parte scherzi, è un servizio molto utile e può essere un ottimo modo per conoscere i ragazzi e creare una bella relazione. Di solito è l’opposto del Ringhio Gattuso, però ci può trovare un punto di equilibrio. Magari il poco interesse per una vittoria o una sconfitta nei giochi può essere l’occasione per stare tra i ragazzi che aspettano di giocare, mantenere la calma e la serenità. Può darsi che non sia un animatore molto espansivo, magari timido, però è capace di andare in profondità. 

 

  1. Il ritardatario

Ad un certo punto appare, magari dopo il break o all’improvviso durante i giochi come a far vedere che lui c’è sempre stato. Di solito è l’animatore che ha sempre la maglietta da lavare e sicuramente al turno della mattina non c’è perchè impegnato a posporre la sveglia.

Certamente ci sono molti animatori che provano a partecipare per quanto possibile, per esempio ci sono gli universitari che dovranno organizzarsi anche il tempo di studio, o magari qualcuno che nel frattempo ha trovato anche un lavoretto e magari già nel dare la loro disponibilità hanno tenuto conto di questi diversi impegni. Altra cosa però è l’aver dato piena disponibilità e non essere coerenti con l’impegno preso. Certo, le difficoltà possono sopraggiungere, però è sempre bene parlarne. Molti contano su di noi, sulla nostra bella presenza, perché privarli di quanto il Signore ci ha donato? Si tratta di vivere la belle esperienza del donare la nostra vita regalando il nostro tempo.

 

  1. Il chi l’ha visto

Simile al ritardatario, è quell’animatore che ha dato disponibilità, ma che non si è mai visto. Magari ha ancora l’etichetta attaccata alla maglia o è venuto la prima settimana e poi, quando il gioco si è fatto un po’ più duro, è scomparso. 

Il vero peccato è quando dopo l’estate non rivedremo più questo animatore, questo ragazzo, quest’anima… è davvero un peccato. Possono esserci tanti motivi, c’è da domandarsi però cosa abbiamo fatto per accogliere e far sentire a casa, cos’è mancato nell’inserimento o nell’accompagnamento.

 

  1. La star

Di solito si tratta del primo ad iniziare i balli e, più che stare in cortile, pensa di essere al  Broadway Theatre di New York. Si tratta però di una categoria piuttosto ampia, per esempio rientra qui anche il malato di microfonite, brutta malattia che porta a stare tutto il tempo al microfono, o al mettere la musica anche quando dovrebbe stare tra i ragazzi. A proposito di musica, attenzione a quale canzone si sceglie. Anche la musica educa, quindi occhio soprattutto ai testi, magari provate a dare un occhiata alle nostre playlist per l’estate.

Comunque, la Star soffre un po’ di manie di protagonismo. Possiede certamente una grandissima energia e un grandissimo entusiasmo che però vanno orientati sempre verso il bene. Perché non utilizzare questo entusiasmo e questa esplosività per un po’ di animazione da palco? O in generale per comunicare la gioia dello stare insieme e l’allegria della relazione con il Signore. Alla fine la star, il centro, la motivazione e il senso di tutto è Lui.

 

  1. L’amicone 

Categoria un po’ particolare. Diciamo che può essere quell’animatore che si comporta come i ragazzi, dice le stesse parolacce, crea confusione e magari anche disagio quando bisogna riprendere anche lui. In generale è l’animatore che non mantiene la giusta distanza educativa con i ragazzi. Attenzione, distanza non significa freddezza o autoritarismo, ma semplicemente riconoscersi educatori ed evangelizzatori, con un obiettivo di crescita chiaro: la relazione di amicizia con il Signore, che in teoria stiamo vivendo in prima persona, si spera. Inoltre, mantenere la giusta distanza significa anche lasciare spazio alla relazione tra pari, alla relazione personale con il Signore. In fin dei conti anche gli animatori hanno bisogno del loro spazio di condivisione, di confronto e di fraternità. Però attenzione, tutto ciò non deve essere una scusa per non stare in cortile in mezzo ai ragazzi. Si tratta semplicemente di trovare il giusto equilibrio. Può aiutare ricordandosi le proprie motivazioni, anzi la propria vocazione ad essere animatore. 

 

  1. Il Pierluigi Collina

Non riguarda solo gli animatori dei giochi (gli arbitri), ma anche molti animatori di squadra. Sono i super attenti alle regole, inflessibili e rigidi. Gridano e si sgolano, ogni occasione è buona per utilizzare un grandissimo segno di potere: il fischietto!

Certo, il rispetto delle regole è fondamentale, si tratta anche di educare all’essere onesti cittadini, d’altronde Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti” (Lc 16, 9) Purtroppo sappiamo che c’è chi, accecato dalla voglia di vincere, farebbe di tutto, anche barare ad una caccia al tesoro o ai giochi. Cosa comunichiamo così ai ragazzi? Al tempo stesso bisogna cercare un buon punto di equilibrio, non si tratta di fare eccezioni, ma di essere comprensivi e far divertire i ragazzi nella giusta misura. Quindi, piuttosto che gridare e abusare del fischietto… perché non educare i ragazzi, a volte soprattutto gli animatori, all’importanza del rispetto delle regole? Ad ogni modo il ruolo dell’animatore dei giochi è davvero fondamentale, la buona riuscita di un gioco è fonte di divertimento, di allegria e di gioia. 

 

  1. Il criticone

Un po’ simile al Ringhio Gattuso, è l’animatore che critica i giochi, gli altri animatori, il gruppo arbitri e quant’altro. Lo si può distinguerne perché il suo interesse non è vincere per forza, ma semplicemente criticare e lamentarsi. Quindi ogni verifica generale o di equipe è pronto a puntare il dito e sparare a zero su tutti.

Magari su molte cose ha ragione. Di solito il criticone ha le idee chiare ed è di sani principi, forse però è un po’ integralista e talebano. Sarebbe bello orientare tutto ciò al bene, provando a costruire e fare comunione, piuttosto che demolire e creare tensione o timore. Si tratta di imparare a fare interventi educativi, a correggere fraternamente. Un primo passo è certamente pregare e confrontarsi con il don, con qualche altro animatore fidato e discreto, poi si tratta di scegliere le parole giuste, di sottolineare il bene e aiutare a crescere. Di solito si tratta di interventi che vanno fatti in disparte. Forse questa è una delle più grandi espressioni di amore, perché mettiamo un po’ da parte noi stessi e il nostro desiderio di piacere e di rimanere comodi, ma fa un gran bene. 

 

QUINDI, che si fa?

Forse vi siete ritrovati in qualche categoria di queste o magari vi è venuto in mente qualcuno che conoscete. Non c’è da giudicare nessuno semplicemente c’è da riconoscere i limiti ma anche le potenzialità. Non esiste l’animatore perfetto, esiste chi vive una relazione personale con il Signore, chi si lascia amare ed ama. Ricordiamoci che siamo stati chiamati dal Signore ad essere animatori e come dice San Paolo “colui che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento”. E’ Lui che ci ha chiamati e ci ha inviati, nonostante i nostri limiti e le nostre imperfezioni ma soprattutto grazie ai nostri doni e le nostre qualità. Il Signore conosce il nostro cuore, sa chi siamo eppure continua a fidarsi e ad amarci, perchè sa chi siamo in realtà. D’altronde non si tratta di fare cose, ma di sperimentare l’Amore di Dio nei ragazzi che incontreremo, negli animatori con i quali collaboreremo, con il salesiano che conosceremo quest’estate, con il don che ci accompagna tutto l’anno. Poi si tratta di comunicare questo Amore, tutto in un unico movimento. Per questo è fondamentale vivere la preghiera e la celebrazione eucaristica: sono davvero la benzina che alimenta il fuoco che abbiamo dentro, con il quale iniziamo l’Estate Ragazzi/Grest e che con la stanchezza rischia di spegnersi. C’è sempre da alimentarlo e da aiutare ad alimentarlo, senza giudicare chi sappiamo essere un don Giovanni, o un Ringhio Gattuso, una Star, che molto spesso siamo proprio noi… Che poi molti danno una mano solo l’estate, o anche i ragazzi che partecipano li vediamo solo in questo mesetto, perciò può essere davvero l’occasione buona per far accogliere e far sperimentare la bellezza della vita oratoriana. Quindi FBL (fai ballare l’occhio!) soprattutto sul cuore, impara a far sentire tutti amati, fai crescere e se c’è da correggere fallo, sempre nella carità, magari pregandoci, confrontandoti con il don o un animatore fidato e discreto ma soprattutto, come direbbe il nostro amico Paolo di Tarso: “abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù”