La Santità è chill?
La Santità è chill?

La Santità è chill?

Si, si non hai sbagliato a leggere, la domanda è proprio questa! Negli ultimi tempi, andando sul web, scrollando un po’ Instagram mi sono imbattuto in questo simpatico Content Creator siciliano in cui illustra ai suoi follower cosa è “chill” e cosa no. Per il giovane siciliano il chill è quell’atteggiamento, anzi quello stile di vita, che ti permette di vivere nella serenità gli eventi del quotidiano; diciamo che si muove nel confine tra il menefreghismo e la serenità mentale; quindi nel profilo Instagram del nostro amico (sharpie.xx) è possibile vedere come il giovane protagonista cerca di vivere nel chill tutto ciò che gli accade, che sia un esame universitario o un viaggio cancellato e rimediato con appena 10 ore di Nave.

Il giovane sharpie mi ha fatto dunque chiedere se e come io vivessi questo chill e ancora di più mi ha fatto domandare una cosa molto importante: ma i santi hanno vissuto nel chill?  La verità è che la Chiesa, come sempre, è avanti anni luce e alle volte non lo sa nemmeno; sant’Ignazio (1491 – 1556) prima ancora di poter realizzare dei reel o dei tik tok usava un’espressione che si collega molto su quanto abbiamo detto fino ad ora, Santa Indifferenza:

Perciò è necessario renderci indifferenti verso tutte le realtà create (in tutto quello che è lasciato alla scelta del nostro libero arbitrio e non gli è proibito), in modo che non desideriamo da parte nostra la salute piuttosto che la malattia, la ricchezza piuttosto che la povertà, l’onore piuttosto che il disonore, una vita lunga piuttosto che una vita breve, e così per tutto il resto, desiderando e scegliendo soltanto quello che ci può condurre meglio al fine per cui siamo creati.[1]

Essere indifferenti, per Ignazio, significa non avere preconcetti rispetto a niente, trovando il Padre in ogni occasione, è proprio grazie a questa “santa Indifferenza” che Sant’Ignazio trova Dio in tutte le cose, capisce che tutta la creazione può condurre al Buon Dio. La santa indifferenza è perciò la via che ci rende liberi da tutto e da tutti perché ci fa sentire amati dal Buon Dio e questo, in ogni situazione della vita, è ciò che basta. Questa non è apatia, ma scoperta e presenza di Qualcuno nella vita di tutti i giorni ed in ogni situazione. Quindi Sant’Ignazio ha vissuto nel chill? Assolutamente si, anzi, questo grande uomo ha vissuto pienamente questo chill perché l’ha vissuto nella Fede. Ora se percorriamo la vita dei santi possiamo scorgere in quasi ogni aspetto della vita di ciascuno ci sia un modo di vivere questo chill nel migliore dei modi, cioè nella Fede.

E allora don Bosco vive nel chill quando non sa più dove andare dopo che per l’ennesima volta lo hanno sfrattato e non sa dove portare i suoi ragazzi, fa vivere nel chill anche i suoi giovani mandandoli a curare i malati di colera, assicurando loro che non si ammaleranno se si metteranno in grazia di Dio. San Francesco vive nel chill quando lascia tutti i suoi averi vivendo con sorella Provvidenza; Chiara Corbella Petrillo diventa esempio di come vivere nel chill anche quando la vita ti mette davanti degli ostacoli che sembrano più grandi di te; Maria di Nazaret sta nel chill più totale dopo che l’angelo annuncia che diventerà madre del Signore, custodisce nel Suo cuore e si fida di Dio, se non è questo il vero chill non so cos’altro possa essere. Per vivere nel chill è quasi necessario vivere davvero la propria fede perché solo chi confida in Dio non potrà restare deluso, allora la grande santa, e promotrice del chill santa Teresa d’Avila ha proprio ragione quando dice: «Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, chi ha Dio nulla gli manca»; ecco penso che questo detto teresiano sia proprio la sintesi perfetta del vivere in chill.

Abbiamo dunque visto come vivere da santi vuol dire vivere nel chill, i santi vivono nel chill ma nella forma più piena e più vera; adesso però sorge una nuova domanda: Gesù è chill? – Musica di sospensione in sottofondo – La risposta ancora una volta non può che essere affermativa; mi piace prendere due episodi che ci ricordano quanto Cristo sia stato nel chill. Il primo è nel Vangelo di Marco (4, 35-41); Gesù con la sua gang si trova sulla barca attraversando il lago ed una grande tempesta si abbatte su di loro, e mentre i discepoli si affannano e si preoccupano per sopravvivere alle onde il Maestro, nel più totale chill, sta dormendo; i discepoli svegliano Gesù preoccupati e Cristo con la sua cintura nera di chill dopo aver placato il vento dice ai suoi: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Ecco dunque che Gesù stesso ci consegna il primo fondamento per vivere nel chill: “Avere Fede”, se Cristo è con noi, chi potrà essere contro di noi? L’altro episodio lo prendo nel momento più drammatico della vita di Gesù: la morte in Croce. Nel Vangelo di Luca infatti prima di morire Cristo, citando un salmo, dice: «Padre, nelle tue mani consegno il mio Spirito» (Lc 23,46); questo “consegnare” si può anche tradurre con affidare; ecco che Gesù c’insegna la vera strada per il chill, l’affidarsi al Padre, ecco da dove i santi hanno preso ispirazione. Non dobbiamo temere perché tutto possiamo in colui che ci da la forza (Fil 4,13); solo confidando in Dio vivremo nel chill più vero e totale. Ovviamente è un cammino che non possiamo compiere da solo ecco perché il Buon Dio ci manda degli “aiuti”, delle guide, che possano mostrarci la vera strada del chill.

E allora buon cammino e mi raccomando, sempre nel chill, quello vero e profondo.

 

[1] Cfr. Gli esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola – Prima Settimana: Principio e fondamento