Premessa: Jovanotti non si può ingabbiare in un “mi piace” “non mi piace”. È un artista maturo e affermato,non ha bisogno di fare il pezzo che mette tutti d’accordo. È un artista che ha qualcosa da dire, sempre. È un artista che cambia sempre, non per il gusto di cambiare, ma perché crede che il mondo è in continuo movimento. È un artista che non lascia nulla al caso, ogni parola, ogni effetto sonoro è sempre calcolato. Il primo singolo di ogni nuovo album spiazza sempre, perché richiede sempre di entrare in un nuovo tipo di poetica e di ritmica, in una nuova fase(chi vi scrive, quando uscì Tanto3, primo singolo di Buon Sangue (2005),abituato al Quinto Mondo (2002), stava per mettersi a piangere!).
Il bit è quasi fastidioso,ipnotico. Il mixaggio è obliquo, costantemente distorto, la voce è sempre tirata, lontana, gridata, ambigua (quasi tutta in doppia tonalità). I bassi sono costanti ed eccessivi (rispetto al Jovanotti classico, s’intende).
È una canzone sporca, spuria, che volontariamente crea disagio al primo ascolto, ti porta in un posto dove tu non vuoi, in una specie di vuoto melodico che ti risucchia, in una sonorità apparentemente orientale (gli strumenti della intro), poi in una dance anonima,in uno stile elettronico banale. Un po’ ti butta negli anni 90 un po’ ti lancia nel 2020.
Avete notato? Addirittura si usa il suono che il computer fa quando si impalla (un “tin” fastidioso e ripetuto spesso durante il pezzo). Però il ritmo ti entra in testa, la continua variabilità del riff ti fa assorbire la canzone tutta di un colpo e 4 minuti ti passano subito, ti rendi subito conto che non è una canzone monodimensionale,ma che va scavata.
E il testo?
Primo ascolto: descrive una coppia che vive un sabato sera fantastico e allucinato, libero da tutto e tutti.
Sicuro?
Sì, il tema è questo. Ma il secondo ascolto rivela un disagio molto più profondo.
Ecco il testo completo.
E adesso a letto bambini
spegnete la tv
troviamo un posto dove stare
solo io solo tu
Sincronizziamo i cuori sullo stesso bpm
Silenzia il cellulare che non ti serve a niente
A meno che non ti serva fare una fotografia
Di noi che ci abbracciamo forte e poi decolliamo via
A bordo di un’astronave
Senza pilota
Che punta verso la galassia a cercare dove c’è vita
Come nei sabati sera in provincia
Che sembra tutto finito poi ricomincia
Sabato sabato
E’ sempre sabato
Anche di lunedì sera
E’ sempre sabato sera
quando non si lavora
Vorrei che ritornasse presto
un altro lunedì
Strappale stelle dal cielo
Lascia solo i led
Voglio ballare come Michael nel video di Bad
Stare leggeri come due farfalle appena
Venute fuori dal bozzolo sulla scena
Sembrano tutti più contenti di noi
Ma per un giorno lo sai
Possiamo essere eroi
A bordo di un’astronave
Senza pilota
Che punta verso la galassia dove c’è vita
Come nei sabati sera in provincia
Che sembra tutto finito poi ricomincia
Sabato sabato
E’ sempre sabato
Anche di lunedì sera
E’ sempre sabato sera
quando non si lavora
Vorrei che ritornasse presto
un altro lunedì
Dillo a tua madre di andarsene a letto tranquilla
Tu sei la bionda stasera, io sono il gorilla
Ti porto a vedere il mare vicino al grattacielo
Mentre i cecchini ci sparano noi prendiamo il volo
A bordo di un’astronave
Senza pilota
Che punta verso la galassia a cercare vita
Come nei sabati sera in provincia
Che sembra tutto finito poi ricomincia
Come in un sabato sera italiano
Che sembra tutto perduto poi ci rialziamo
Sabato sabato
E’ sempre sabato
Anche di lunedì sera
E’ sempre sabato sera
quando non si lavora
E’ sempre sabato
Vedrai che poi ritorna presto
un altro lunedì
Ma è troppo sabato qui
Un altro lunedì
E’ troppo sabato qui
Cos’è questo sabato? È il luogo dove si esprime tutto il disagio di chi vuole essere eroe ma trova dentro di sé il vuoto. Aspetti il sabato per dimostrare a te stesso di saper vivere, di poterti divertire alla grande, ma poi nel sabato scopri di star fuggendo da qualcosa che comunque non ti molla, la tua paura di non farcela.
Eccessiva come lettura? Citiamo Jovanotti.
Il campanello di allarme ci è saltato in testa con questa frase:
Strappa le stelle dal cielo
Lascia solo i led
Jovanotti che vuole togliere le stelle dal cielo??? Per lui le stelle (Stella cometa, Quando sarò vecchio,Tutto può succedere, La Notte dei desideri, …) rappresentano l’evasione e la poesia, l’amore e la bellezza.
Nel Sabato di Lorenzo le stelle vanno tolte, bastano le luci dei led, finte ma realistiche. L’evasione ci sarà,ma su un’astronave senza pilota, senza una guida consapevole… e per andare via da un posto in cui vita non c’è!
I protagonisti hanno un’età imprecisata: hanno dei figli? (prima strofa) ma vivono ancora con la mamma (di’a tua mamma di stare tranquilla)? Potrebbero essere chiunque.
Quando non si lavora, è sempre sabato (anche di lunedì sera…tanto sono disoccupato!)! Il sabato di questa canzone è un non luogo, vuoto, frustrante (per la mancanza di impegno), in cui ti butti dentro per dimenticarti chi sei (sembrano tutti più contenti di noi) e illuderti di poter sembrare qualcosa di meglio: “gli eroi” si sa, sono mitici ma sono anche mitologici, non esistono in realtà! Ecco perché “è sempre sabato”,perché questo sabato è una condizione esistenziale.
Un sabato in cui si può essere leggeri come farfalle che ancora non sanno volare!
Un sabato sera in cui a comandare c’è King Kong… potente e grandioso, ma non consapevole di sé… e inseguito da cecchini (tutto il resto del mondo) che vogliono solo ammazzarlo.
Che succede quindi in questo sabato? Che nello sballarsi di chi si vuole dimenticare di tutto e di tutti (in primis della famiglia: bambini andate a letto, tua mamma stia tranquilla; il cellulare è da usare solo per farsi una foto da soli, non per comunicare con altri…) e scappare su un pianeta vero… Inevitabile, a un certo punto sale la sensazione di essere vuoti… ancora più di prima, la consapevolezza che questa felicità sia effimera, non ti dia ciò che vuoi davvero… E allora?
Si avverte la sensazione che “è TROPPO sabato qui”, sale paradossalmente la speranza “CHE ARRIVI PRESTO UN LUNEDì” … a fine canzone si ripete sempre più spesso questa idea: questo sabato sera ci ha svuotati, è troppo sabato per noi… allora speriamo che arrivi lunedì…ecco! Nel Lunedì, nella quotidianità normale, lì c’è la vera speranza di Jovanotti!
È una canzone che parla del sabato…per rivalutare il Lunedì (Vorrei tornasse presto un altro lunedì)
Il testo usa icone molto pop (il selfie, Michael Jackson in Bad, il classico video cult della emergente cultura underground di fine anni 80, ambientato fra garage e metro, King Kong), segni quasi sgualciti e tristi di una cultura che sembra in declino e non può più dare risposte.
Musica e testo camminano insieme,perfettamente paralleli, il ritornello ti entra in testa in modo ipnotico,sembra che il cantante lo ripeta in modo compulsivo per non lasciare posto a niente altro nella sua testa.
E il video?
https://www.youtube.com/watch?v=PiFrP5qWw7I
Non sempre Jovanotti rilascia i video lo stesso giorno dell’uscita dei singoli (con Tensione Evolutiva per esempio non lo fece), se l’ha rilasciato lo stesso giorno… un motivo ci sarà.
Molto criticato, molto osannato:molto molto provocatorio. Si comprende solo alla fine:SPOILER una coppia di ragazze lesbiche (ma si capisce solo nell’ultimo frame perchè una delle due è vestita da uomo per non farsi riconoscere come coppia omosessuale!) vengono importunate in un Luna Park da un uomo (con cui una delle due, prostituendosi, era stata precedentemente). Si rifugeranno in una roulotte (l’astronave senza pilota???)per scampare dal bruto e consumare il loro amore. Risse, un luna park di provincia triste, spudoratamente eccessivo, abitato da personaggi che sanno molto di provincia (tema chiave della canzone e del video), dove non esiste più nulla di sacro, di non profanato (vedi il prete che loda Dio per l’automobile!).
Per ricapitolare: di cosa parla Sabato?
Parla del bisogno di evasione, di scappare da un mondo che svuota e schiaccia.
Parla del bisogno di un complice in questa fuga dalla vita per raggiungere la vita.
Parla di un sabato che ti illude,che non ti dà comunque ciò che vuoi, e ti fa rimpiangere un lunedì fatto di vita piena, di impegni concreti, il Lunedì è il giorno del Ricominciare.
È una canzone triste? Sì. Ma aperta alla speranza! Perché il sabato è il tramonto di una settimana spenta,ma lascia vedere il lunedì, dove tutto può sempre ricominciare; perché i due della nostra canzone hanno voglia di vivere, anche l’astronave non ha pilota,inizia il cammino verso pianeti dove si viva per davvero.
Possibili temi da sviluppare con i ragazzi (almeno del triennio) in un incontro formativo:
– come viviamo il nostro fine settimana, il nostro sabato (ci mettiamo in passerella, vogliamo solo “spaccarci”,…)
– come viviamo il nostro tempo?Ci sentiamo vivi? Vogliamo evadere? Per andare dove? Con quale pilota?
– abbiamo mai la sensazione che tutto sia perduto, che non ci sia più niente in cui credere? Siamo ragazzi di speranza? Come vediamo al futuro, vicino o lontano che sia?
– sappiamo leggere a nostra cultura? Ci rendiamo conto della finzione che spesso ci viene propinata?
– Coppia lesbica e sesso nel video: parliamone. Come viviamo la diversità, come accettiamo le provocazioni?Che idea c’è dietro alla presenza della coppia omosessuale nel video? Noi che ne pensiamo?
– Il prete lava la macchina. Ma i ragazzi vogliono andare in cima al cielo con King Kong. La Chiesa in tutto ciò dov’è? Noi siamo Chiesa? Troviamo nella nostra Chiesa risposte di senso? E siamo disposti a darne?
Icona evangelica: Il giovane ricco (va da Gesù, ha tante risposte, si sente amato, ma vuole scappare perché “stordito” da ciò che già ha). Nello sguardo innamorato di Gesù possiamo trovare la vera pace del sabato, della Pasqua, della salvezza di chi si sente amato e sa amare, non ha bisogno di scappare perché sa andare a prendersi con consapevolezza la sua felicità.